Nell’espressione popolare era il luogo, a Ceccano, dove si buttavano i rifiuti. Scosceso, proprio sotto la rocca, in direzione nord, nessuna casa veniva costruita lì. E’ costeggiato da via Pisciarello, che congiunge, con i suoi ripidi tornanti, Piazza 25 Luglio con via Morolense. Palazzo Antonelli, qualche anno fa, decise di spenderci 150 mila euro di soldi pubblici, per farne un parco pubblico, arrivando fino ad effettuare i lavori in terreni privati, tanto da dover pagare anche i danni ai proprietari. Sarebbe dovuto essere un attrattore turistico, una bonifica epocale, si disse in quei giorni, e, come ormai si argomenta di ogni cosa, “stiamo facendo la storia…”. Da tempo, le felci si sono rimangiate tutto, ricoprendo con i loro rami i sentieri attrezzati, le staccionate, le panchine, le indicazioni turistiche, che erano stati realizzati sulle forti pendenze della costa pietrosa, che si riempiono anche di rifiuti pericolosi. Forse potrebbe essere un posto interessante per i botanici…

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Se non ricordo male nel medioevo a Ceccano esisteva il diritto di getto perchè mancavano i sistemi fognari e quindi i rifiuti e le deiezioni umane venivano gettati per strada o nei fossati. Non è cambiato niente siamo rimasti sempre gli stessi.