Lì c’è un errore, là un altro: l’installazione dei pannelli turistici, realizzati dalla rete d’impresa Contea di Ceccano, di cui nessuno conosce quali siano i soggetti aderenti, sta suscitando un acceso dibattito sui social, non tanto sui costi dei 19 pannelli (30 mila euro per 19 esemplari, quasi 1500 euro ciascuno) quanto su alcune espressioni, contenute nei testi. Non vogliamo entrare in questioni storiografiche, non avendone le competenze. Se ci sono errori, si correggeranno, come già fatto più volte in passato. Non c’è stata invece alcuna discussione sui costi sostenuti dai contribuenti per installare i pannelli. Ricapitoliamo per i lettori più distratti: la rete d’impresa Contea di Ceccano si costituisce per iniziativa di alcuni consiglieri comunali della maggioranza, che sosteneva il sindaco Caligiore. La Regione finanzia il progetto di promozione dell’immagine commerciale di Ceccano, presentato dalla rete, con 100 mila euro. Si tratta di un progetto mai reso noto all’opinione pubblica. Gli arresti per corruzione del 24 ottobre 2024 interrompono le attività della Rete, fin quando il consigliere delegato al commercio della giunta Querqui, Federica Maura, 8 mesi dopo, tenta di non far perdere il finanziamento a Ceccano e concorda con i responsabili della rete di portare a termine in fretta alcune attività, cercando di valorizzare anche l’hortus conclusus, in modo da far restare qualcosa alla città, per il futuro. In queste settimane, è stato approvato il rendiconto della Rete. Potete vedere tutte le cifre qui. il dibattito invece non ha riguardato l’utilizzo del finanziamento e le azioni messe in atto per favorire il commercio a Ceccano, quanto una riga qui e una riga là sui testi dei tabelloni pagati a peso d’oro. Un po’ surreale, mi pare, ma in linea con le esigenze della comunicazione oggi…

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Abbondanza di saccenti e pochi controllori contabili.