
Pensate: il Vietnam è uno dei paesi che ha la più significative riserve di terre rare, un gruppo di 17 elementi particolarmente importanti per la transizione digitale. Sono utilizzate in molti settori, tra cui l’elettronica, le batterie, le energie rinnovabili e la tecnologia militare. Ebbene lo stabilimento Itelyum di Ceccano ha una capacità produttiva che sfiora il doppio di quella del Vietnam, come se nella cittadina fabraterna ci sia una delle più grandi miniere al mondo di terre rare. Invece la produzione si basa sui rifiuti RAEE, quelli derivanti ddai dispositivi elettronici che non utilizziamo più. Se ne occupa, con un servizio di Marta Abbà, la rivista Wired, specializzata sulle tematiche dell’innovazione tecnologica. Vuole trasformare Ceccano, in provincia di Frosinone, nel principale hub di recupero di terre rare provenienti da Raee (rifiuti elettrici ed elettronici) di tutto il bacino mediterraneo; entro due anni vuole inaugurare il primo impianto pilota per estrarne 500 tonnellate all’anno solo da magneti permanenti. L’ambizioso progetto guidato da Itelyum Regeneration si chiama Life-Inspiree ed è uno dei 4 italiani tra i 47 che l’Ue ha selezionato per raggiungere gli obiettivi che si è auto imposta con il Critical raw materials act (Crma): ricavare almeno il 25% delle materie prime critiche che consuma da attività di recupero e riciclo, scrive Abbà che intervista il direttore della unità di ricerca e sviluppo di Itelyum Regeneration Francesco Gallo.
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