Antonio Del Brocco, letterato autodidatta, dimenticato a Ceccano


di Stefano Gizzi

Oggi, festa di Sant’Antonio di Padova, volevo ricordare la figura poco nota di un Ceccanese che, al contrario, meriterebbe davvero un ampio riconoscimento civico. Si tratta di Antonio Del Brocco: era nato a Ceccano il 13 maggio 1923 e morto nel 1991. Impiegato presso l’Esattoria di Frosinone del Banco di Santo Spirito, coltivò fin da giovanissimo un’amore sconfinato per la letteratura italiana ed in particolare, per la poesia. Dotato di una intelligenza superiore, riuscì a recuperare una copia di un libro che riuniva le poesie italiane più belle “La Crestomazia”. Non solo le imparò a memoria, ma approfondì le regole della sintassi e della metrica, raggiungendo una cultura personale da fare invidia a fior di laureati! Coinvolto nella Seconda Guerra Mondiale, dopo l’8 settembre 1943, riuscì ad accompagnare il cugino Mimmo a Ceccano e subito tornò verso il Nord, entrando in una compagine militare che si opponeva ai Tedeschi, partecipando anche alla battaglia vicino Adria. Aveva ricevuto un attestato solenne per la sua partecipazione alla Guerra di Liberazione. Ho avuto il piacere di conversare pressoché giornalmente con lui, poiché abitava di fronte casa mia e, sicuramente, a lui debbo, in buona parte, l’amore per la letteratura e la poesia classica che poi mi ha sempre accompagnato. Lo stesso per la Musica Classica: preferiva Beethoven, Mahler e Mozart. Fu esempio davvero notevole di una tempra morale, di un senso del dovere, di rispetto del prossimo e di un senso della giustizia e di amore per le istituzioni che faticano a trovare spazio nella società odierna. Ed è doppiamente impressionante riflettere sulla parabola che lo ha visto attraversare eventi importanti del XX secolo, riuscendo a conseguire quasi da autodidatta un bagaglio culturale di notevolissimo livello. Frutto dello straordinario amore di Antonio Del Brocco per la poesia, sono due sue raccolte, pubblicate molti anni fa e contenenti una serie di bellissimi componimenti, con ispirazione profonda e non futile. L’Architetto Vincenzo Angeletti Latini ha intenzione lodevole di dedicare ad Antonio Del Brocco un piccolo saggio, in cui lo mette in rapporto a due suoi amici di infanzia, nati sempre nel 1923, che di fronte agli eventi della Seconda Guerra Mondiale, assunsero una diversa modalità di partecipazione.


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