Electoralia, essere come Andrea Selvini a Ceccano, secondo Gianluca Popolla

Ospitiamo volentieri un altro intervento di Gianluca Popolla, in vista della tornata elettorale amministrativa della fine di maggio. Lo ha intitolato Essere come Andrea Selvini

Difficilmente dedicherò altre puntate della rubrica a singole persone, perché la buona politica deve parlare di idee e non di individui, sebbene sia consuetudine il contrario.In questo caso però è doveroso fare un’eccezione: perché la storia di questo ragazzo, presidente di Cultores Artium, è il simbolo di una città piena di talento. Talento che, spesso, viene sommerso dalla logica dei circoli magici per cui si preferisce l’appartenenza alla competenza. Andrea Selvini è un ragazzo con una passione, la cultura storica e artistica di Ceccano e dintorni, che si fortifica in seguito al Servizio Civile: da lì nasce Cultores Artium, associazione che opera nell’ambito di quelle passioni. Soltanto un visionario come lui avrebbe visto nel 2012 il Castello dei Conti come un volano per il turismo ceccanese e, armato di competenza, inizia il suo percorso con pochi amici.

Andrea è, politicamente parlando, un figlio di nessuno, senza canali istituzionali privilegiati, senza carriere comode e facilitate: la storia di tanti giovani ceccanesi che non fanno parte delle presunte élite che tutto possono.

Nonostante l’assenza di un lavoro stabile e il poco interesse generale sul Castello, continua a lavorare: tesse trame e reti con le Associazioni ceccanesi e non, valorizza il territorio senza preoccuparsi di quante volte la sua faccia sia sui giornali locali o senza l’ambizione di accasarsi presso il politico locale, regionale o nazionale di turno. Un vero outsider, uno che non cerca di inglobare gli altri per curare il proprio orticello associativo bensì si preoccupa di valorizzarli, creando sinergia e condivisione.

Soltanto per migliorare il paese che ama, Ceccano.

E i risultati si vedono.

I registri delle visite nel Castello dei Conti parlano per lui: si passa dalle 20 alle 2000 annuali nel giro di poco tempo, il Castello dei Conti diventa una meta attrattiva, una delle più apprezzate in Ciociaria sulle piattaforme turistiche come Trip Advisor.

Tutto questo collaborando con amministrazioni di ogni colore, senza mai vendersi, affiliarsi, sempre praticando la via più impervia, quella della purezza. Non piegandosi all’arroganza di chi vedeva nel Castello la sede di iniziative mangerecce e nella cultura un modo di acquisire visibilità. 

Non piegandosi alle strategie di chi vedeva la cultura come un modo di fare proseliti, preferendo l’appartenenza politica alla competenza.

La storia di molti giovani ceccanesi, figli di nessuno, emarginati dalle èlite del potere, dai cerchi magici generatori di “yesman”, dei poco avvezzi a mettersi in discussione.

Ed è una storia di speranza, di chi ce l’ha fatta a migliorare Ceccano, nonostante tutto. La storia di Andrea ci insegna che a Ceccano non serve per forza conoscere qualcuno bensì conoscere qualcosa per lasciare la propria impronta positiva.

Ragazzi, siate come Andrea Selvini!