Lo sostiene Il Fatto Quotidiano che, nella sua cronaca nazionale, denuncia il fatto che il comune abbia perso il finanziamento di oltre un milione di euro per l’asilo nido, perché non era proprietario dei terreni su cui doveva sorgere la nuova struttura. Nell’articolo, a firma di Alex Corlazzoli, si riporta una dichiarazione del Commissario Giombini, in cui il funzionario dice: il progetto era irrealizzabile, perché nella delibera adottata si parlava di usare dei terreni di proprietà del Comune che, in realtà, erano di un privato con il quale c’era una partita aperta. Mancavano i presupposti per poter dare il via all’operazione. Tutto inizia, ricorda il giornale, nell’aprile del 2024, quando il Ministero individua Ceccano come destinatario di una finanziamento di un milione e 152 mila euro, in quanto il comune è completamente privo di asili nido pubblici, non avendo mai presentato richiesta di finanziamento. Palazzo Antonelli stavolta prepara il progetto, scegliendo l’ubicazione, in località Vigne Vecchie, in terreni di cui però, si apprende oggi, non aveva la completa disponibilità. L’ondata di arresti del 24 ottobre ha ritardato il tutto e quando il Commissario ha provato a riavviare il progetto si è reso conto del vizio d’origine. Perciò 48 posti di asilo nido per i bambini sono andati in fumo. Un errore simile era già accaduto nel caso dei lavori per la pulizia del costone di Borgo Pisciarello, dove il comune effettuò lavori su terreni di privati. Rimangono senza risposta le consuete domande: possibile si progetti non conoscendo la reale proprietà dei terreni? Non sarebbe bastata una visura catastale? Perché un errore tanto grossolano? Non c’erano altre aree comunali in cui realizzare l’asilo? Non si potevano studiare soluzioni diverse?

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