di Gemma Gemmiti

Siamo in ottime mani. Quelle dei vigili urbani, delle autoambulanze, dei vigili del fuoco, dei carabinieri e della polizia, arrivati in pochissimi minuti dalla mia chiamata al 118. Poteva essere una tragedia e invece i due giovanissimi ragazzi precipitati in un burrone, dentro al fiume, sono usciti miracolosamente illesi. Ho assistito stamattina alla potenza della parola “Insieme”. Abbiamo visto la macchinetta precipitare e in un attimo dei ragazzi su altre auto hanno accostato e si sono buttati giù, nel burrone. Li hanno tirati fuori, non senza difficoltà, mettendoli in salvo. Essere d’aiuto, come il più bello dei cammini. La loro professoressa, capitata per caso, ha prestato parole buone, di affetto profondo, per cacciare via lo spavento. Tremavano di paura e di freddo, erano fradici, ma non avevano nemmeno un graffio. “Scusate”, dicevano, tranquillizzando chi cercava di capire quali fossero le loro condizioni. Non andavano veloce, ma quel tratto è comunque pericoloso e una sterzata azzardata ha fatto perdere loro il controllo del mezzo. Grazie. All’uomo e poi alla donna che mi hanno risposto al 118 fornendo tutte le indicazioni necessarie ad agire, nella sicurezza anche dei soccorritori. Grazie. Agli uomini e alle donne, in divisa o vestiti da muratore, che non hanno perso tempo e hanno messo al sicuro quei due ragazzi. Grazie allo Stato italiano che è organizzato talmente bene che in 10 minuti dall’impatto già gestiva la situazione in maniera eccellente. Lo Stato siamo noi, le persone che lo compongono, le tasse che paghiamo che servono anche a mettere in salvo le persone.
Ricordiamocelo.
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