Per raggiungere il CUP, il centro unico di prenotazione, (la sanità italiana ama le sigle alla follia, facendole diventare veri e propri sostantivi, ndr.) i cittadini devono seguire una cartellonistica a dir poco approssimativa, superare una porta tagliafuoco che ha visto tempi migliori, uscire all’aperto e trovarsi di fronte alle pozzanghere e, così inzaccherati, finalmente raggiungere un posto, squallido, poco pulito (sembra che le pulizie vangano effettuate soltanto due volte a settimana), con panchine inutilizzabili. per non parlare dei bagni e ancora della mancanza di pulizia nello scalone di accesso ai piani superiori. E’ la condizione che abbiano constatato, direttamente, giovedì 29 gennaio, al mattino nella Casa della Salute di Ceccano, una volta ospedale civile, prima ancora ospizio psichiatrico del S. Maria della Pietà di Roma. Operatori, pazienti, accompagnatori non hanno un punto informativo, il parcheggio non è controllato, (in quello riservato ai disabili, alle 10,30 c’erano 12 automobili di cui soltanto 3 con il tagliando blu), la cartellonistica per gli avvisi è affidata a fogli di carta appiccicati con il nastro dei cerotti. I servizi sanitari e sociali che vengono resi dalla Casa della Salute di Ceccano meriterebbe una migliore organizzazione e una maggiore considerazione per i cittadini che ad essa si rivolgono. Sappiamo che la Asl ha in programma lavori di ristrutturazione (che sarebbero i terzi nell’arco di un ventennio) ma almeno l’ordinarietà potrebbe essere assicurata.
qui le foto dell’accesso ai servizi

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