di Vincenzo Angeletti Latini
Nel Museo Lapidario Maffeiano di Verona è conservata questa poco conosciuta ma anche poco studiata iscrizione il cui testo originale è il seguente:
L[ucio] CALPURNIO CALAI
VIATORI TRIBUNIC[io]
ACCENSO A PATRON[o]
IDEM ALLECTO
IIIIII VIR[o] AUG[ustali]
VETERIS FABRETERIAE
ET
BAIBIAI
PROCULAI
CONTUBERNALI
Si tratta di una lapide sepolcrale nella quale sono contenute interessantissime notizie per Ceccano, pardon Fabrateria. Per comodità ne riportiamo la traduzione completa con le integrazioni indicate tra le parentesi quadre [ ]:
A LUCIO CALPURNIO CALA
MESSO TRIBUNIZIO
AGENTE DEL PATRONO
ANCHE AGGREGATO
SEVIRO AUGUSTALE
DELLA VECCHIA FABRATERIA
E
A BEBIA PROCULA
COMPAGNA
Leggiamo attentamente l’iscrizione. Innanzitutto i due personaggi muoiono a Verona e lì sono sepolti.
Iniziamo da Lucio Calpurnio Cala, i tre nomi Lucio è il prenome (praenomen), rispondente al nostro nome. Calpurnio il gentilizio (nomen gentilicium, la gens di appartenenza, la famiglia es. Giulia, Flavia, Fabia, Valeria, Cornelia ecc) corrispondente al nostro cognome. Infine Cala il cognome (cognomen inizialmente dato alla persona per una caratteristica sua naturale personale o per un evento che lo ha visto protagonista, es Marco Tullio Cicerone, allusione a una escrescenza della pelle o Gneo Marzio Coriolano per la conquista della città di Corioli). Corrisponde al nostro soprannome che spesso, dato inizialmente a un individuo, viene poi esteso alla discendenza di un intero ramo della famiglia, così da esserne elemento distintivo dagli altri. Questo sistema di tre nomi (tria nomina), dal finire del I secolo a.C. al II secolo d.C. è la caratteristica dell’onomastica romana. Possiamo quindi collocare, in prima battuta, la vita del nostro personaggio all’interno del predetto periodo. Sul cognome Cala dobbiamo fare qualche considerazione. Capostipite si vorrebbe il mitologico Calai (in greco Calais), figlio di Borea uno degli Argonauti.

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