
Prendo ad esempio Ceccano, esattamente: cos’è la nostra piazza? Cos’è il Castello dei Conti? Cos’è Castel Sindici? Cos’è l’ex-Scuola di Borgo Berardi? Cos’è il campo da baseball? Cos’è l’ex-Cartiera Savoni? Cos’è l’impianto di atletica/campo da rugby? Cos’è l’Antares? Cos’è il parco del Siserno? Cos’è il Popolla? Cos’è il parco astronomico? Cos’è l’ex-Snia-BPD di Bosco Faito? Cos’è l’ex-Palazzetto? Sì, chiedo anche quello, cos’è Annunziata? che senso ha spendere dei soldi senza avere idea della funzione finale di un luogo?
Così Alessandro Ciotoli, presidente di Indiegesta, applica le considerazioni sui non luoghi a Ceccano. Lo scrive a seguito di un’intervista a Vittorio Macioce. Ospitiamo volentieri il suo contributo, contribuendo così a sostenere il dibattito
di Alessandro Ciotoli
Ieri, sul blog di Alessio Porcu, è uscita un’intervista all’amico Vittorio Macioce, giornalista, scrittore e ideatore del Festival delle Storie.
Tra i tanti passaggi mi ha colpito questo: “I nostri territori, in particolare il Nord della provincia, hanno troppi “non luoghi”. Quello che sta avvenendo in molte zone è lo spaesamento, che vuol dire perdita di identità, di coscienza di sé. Questo provoca violenza, perdita di lavoro, perdita di commercio e di artigianato, in particolar modo nei centri storici. Tutto questo spaesamento è curato grazie allo spaccio della criminalità organizzata, grazie alla diffusione della sostanza che da sempre – tra i vari scopi che ha – è quello di far fuggire in maniera artificiale dalla noia: la cocaina viene utilizzata nelle metropoli per rendere efficiente il lavoro. Oppure, viene utilizzata insieme all’eroina nei piccoli paesi per trovare un’alternativa malata per fuggire dalla noia.”
Il passaggio sulla droga è condivisibile, ne gira in numero eccessivo senza che ci siano azioni o campagne volte a limitarne la circolazione, ma non è questo il punto. Il concetto di non luogo è molto forte dalle nostre parti, ed è una delle cause principali dei problemi che ci affliggono da anni.
Prendo ad esempio Ceccano, esattamente: cos’è la nostra piazza? Cos’è il Castello dei Conti? Cos’è Castel Sindici? Cos’è l’ex-Scuola di Borgo Berardi? Cos’è il campo da baseball? Cos’è l’ex-Cartiera Savoni? Cos’è l’impianto di atletica/campo da rugby? Cos’è l’Antares? Cos’è il parco del Siserno? Cos’è il Popolla? Cos’è il parco astronomico? Cos’è l’ex-Snia-BPD di Bosco Faito? Cos’è l’ex-Palazzetto? Sì, chiedo anche quello, cos’è Annunziata?
Ovviamente, tutti sanno cosa sono, e perché sono così. Ma è una lista troppo lunga di non luoghi per non essere preoccupati. In una visione di insieme, cosa devono diventare questi posti? Cosa vogliamo farcene? Per alcuni di questi si stanno spendendo fondi del Next Generation EU dedicati alla rigenerazione dei luoghi colpiti da degrado sociale, ma nessuno sa cosa saranno, dopo i tanti soldi spesi, il Castello dei Conti, l’ex-scuola di Borgo Berardi, ma anche Piazza Mancini e la Villa Comunale, quale funzione ricopriranno? Non si sa, perché i progetti, in questi casi specifici, non lo svelano, e allora che senso ha spendere dei soldi senza avere idea della funzione finale di un luogo?
Nonostante io stesso sia un rompipalle, non mi sono mai piaciuti quelli che rompono di professione. Così, ogni giovedì, proveremo a dare un contributo di idee per aiutare a trasformare questi non luoghi in luoghi che abbiano un senso.
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Ciao Pietro, volevo solo lasciare un messaggio per dire che apprezzo i tuoi post. Mia moglie e io abbiamo acquistato una casa a Ceccano due anni fa e adoriamo la città e le persone che abbiamo incontrato. Leggere i tuoi post ci aiuta a sentirci più vicini a Ceccano quando siamo qui in America e vorremmo essere lì in Italia. Grazie e abbi cura di te.
Ho un forte dubbio, questo articolo i nostri amministratori non lo leggono, e se lo leggono non lo capiscono.
Bellissima riflessione