Cari amici, riempie il cuore di soddisfazione leggere dei successi che i giovani ceccanesi riescono ad ottenere all’estero. Riportiamo l’articolo del critico musicale Mario Cordova, di Santiago del Cile, dove Giovanni Panella, ceccanese doc, ha iniziato la direzione dell’orchestra Camerata Andes
di Mario Córdova, El Mercurio, Santiago del Cile
Alleanza per un progresso
Lo scorso maggio, dopo la prima presentazione della Camerata Uandes nella sua stagione 2024 colui che scrive ha pubblicato un commento nelle pagine di questo giornale con il titolo di “Dai, che si può!”. Questo giudizio incoraggiante si basava sul fatto che il suddetto gruppo, senza una guida fissa per un paio di anni, era allora percepito come in un promettente percorso corretto e definitivo con l’arrivo di Giovanni Panella, il suo nuovo Direttore Titolare.
Ma in questa esordiente alleanza direttore-diretti si notarono alcune mancanze di coesione sonora e alcuni disaccordi con l’intonazione che, agendo con giustizia, poteva essere prevedibile. La Camerata stava andando alla deriva e richiedeva una mano molto esperta e laboriosa con cui allearsi per raggiungere un superamento della situazione.
Dopo aver ascoltato una seconda (giugno) e ora una terza più recente azione complessiva, non si può che affermare che i suoi progressi sono stati non grandi, ma enormi. Un altro gallo sta cantando, svelando un magnifico lavoro fatto da Panella sul gruppo di musicisti.

Il programma offerto era estremamente impegnativo. È iniziato con due brevi sinfonie per archi di Felix Mendelssohn, che non per provenire dalla sua infanzia sono meno complesse. Sovraccaricate di passaggi molto agili, hanno avuto un’interpretazione che ha fatto dimenticare quelle carenze del passato recente. Non c’è stata solo una completa coesione e correttezza sonora, ma anche un atteggiamento avido e un risultato vincente da parte della Camerata.
È seguito l’Andante per archi di Alfonso Leng, che forse è il pezzo più famoso e diffuso del repertorio cileno. Un successo è stato il suo inserimento nel programma, ancor più ascoltandolo di nuovo, qui traboccanti di emozione e nostalgia.
Per la chiusura, né più né meno che la “Serenata” di P. I. Tchaikovsky, un tour de force per qualsiasi gruppo di archi. La Camerata non si è lasciata scoraggiare dalla grande sfida e ha consegnato una versione esemplare, dove più si è mostrato il progresso artistico del tutto così solidamente guidato da Panella.
Se tutto è andato a meraviglia, i punti forti sono stati il “Valzer” del secondo movimento, con tocchi gentili e molto personali della bacchetta, e l'”Elegia” del terzo, con un lirismo portato al suo massimo, commovente.
Poi, come aggiunta a sorpresa, un arrangiamento molto applaudito dello stesso Panella (nessuno del pubblico ha saputo di questa paternità) della celebre “Bohemian Rhapsody” dei Queen. Bravo.
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