L’idea fu di Vittorio Ricci che prese spunto dal Palio d’Egidia che si svolgeva a Ceccano, al termine del corteo storico del Liceo, dedicato al Annibaldo IV, una giostra dell’anello in cui i cavalieri gareggiavano per le diverse contrade della cittadina fabraterna, contraddistinte dalle 6 poste della città. Vittorio Ricci e Giandrea Cipolla lo hanno fatto diventare una tradizione radicata a Vallecorsa, con cospicui finanziamenti europei e regionali, mentre a Ceccano è stata cancellata da Palazzo Antonelli a partire dal 2015. Abbiamo chiesto a Vittorio Ricci di spiegarci il senso del Palio delle Porte di Vallecorsa

Il palio mette in competizione le 4 porte medievali del paese e le contrade ad esse collegate. Ad ogni porta sono stati associati 4 personaggi storici relazionati tra di loro ed al paese. O perché antichi signori, o perché attuali amministratori o perché vantavano pretensioni sulla baronia di Vallecorsa nella contea di Fondi dalle origini. I 4 personaggi sono anche legati tra di loro perchè protagonisti a vario titolo nella Battaglia di Lepanto. Ed infatti ci troviamo nel 1572, quando di ritorno da Lepanto, prima di raggiungere Roma, si ritrovano a Vallecorsa per rendere omaggio in un palio all’antica signora del Borgo Jacobella Caetani. Figlia di Onorato I Caetani, il fautore dell’elezione a Fondi dell’Antipapa Clemente VII, fu sconfitta da Ladislao Durazzo d’Angiò e costretta in esilio a Vallecorsa dove visse dal 1400 al 1412, e dove anche vi morì il 31 luglio appunto del 1412, dopo aver fatto testamento a favore della Chiesa, dello zio Giacomo e di re Ladislao. In precedenza lo stesso sovrano si era rivolto a Jacobella, chiamandola magnifica nostra signora, contessa di Fondi e Despotessa di Romània, un titolo antichissimo risalente a Manfredi di Svevia, trasmesso poi agli Angioini quindi alla madre di Jacobella, Caterina del Balzo. Il re aveva stipulato un trattato i Capitoli di pace e di concordia, per poi rimangiarsi tutto ed esiliare la contessa. I 4 personaggi associati alle porte sono: Luis de Requesens luogotenente di Giovanni d’Austria a Lepanto, associato alla Porta Nòva, per la presenza in questa piazza del suo blasone (1565); il fratello Giovanni Zunica, rappresentante spagnolo della Lega Santa, committente del famoso polittico di Jacopo Zucci nella chiesa di Sant’Angelo, associato a Porta Sant’Angelo; Marco Antonio II Colonna, il vice ammiraglio di Lepanto, associato alla Porta de Missore, la porta principale del borgo, era in disputa con Isabella Colonna per il possesso dei castelli colonnesi di San Lorenzo, Sonnino e Vallecorsa; infine Onorato IV Caetani, comandante della fanteria pontificia a Lepanto, associato alla Porta de Suso, la portella del Castello, vantava antiche pretensioni sul feudo di Vallecorsa. Il Palio è un mix di storia, tardizione, cultura giochi popolari e modernità. Alla Quintana con i cavalli si affianca la staffetta, ma anche la vera novità di questi giochi gare attorno alla realizzazione di cortometraggi, scenografie, spettacoli canori, con giurie composte da professionisti del mondo dello spettacolo, del cinema, del teatro. Il Palio di Vallecorsa vanta un’antica tradizione, dal Medioevo alla Repubblica Romana, poi fu sospeso per problemi di ordine pubblico. Si svolgeva in occasione delle feste principali del paese, senza entrare nel dettaglio, consisteva in corse di cavalli e di giovanotti. Ne parla anche il Belli in un suo sonetto. Naturalmente tutto ebbe origine con il corteo di Ceccano ed il Liceo Scientifico. A Vallecorsa liquidarono il tutto dicendo che avevo copiato Ceccano, invece come vedi, a parte lo spunto ho reinterpretato in maniera originale, anche con l’aiuto dell’amico Giandrea Cipolla.


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