Poca gente, pochissime bancarelle: diventa sempre più esile la fiera di S. Giacomo a Ceccano, una volta uno degli eventi principali della vita della città vetuscolana. Ci sono stati diversi tentativi di recupero della tradizione che era legata alle diverse attività dei campi come la vendemmia e la relativa vinificazione: l’anno scorso si arrivò persino a tentare di riportare gli animali nel circuito fieristico ma non ci si riuscì. Il comune, in primavera, aveva presentato anche una richiesta di finanziamento alla regione per 10 mila euro di cui però non si conosce l’esito. Quest’anno era in programma anche una manifestazione di cibo da strada, che poi non si è svolta più. Un po’ di gente si è vista durante la mezza fiera e in occasione della processione della reliquia accompagnata dai figuranti del corteo storico, organizzato dal Comitato spontaneo per Sant’Iacu, i cui componenti si sono molto impegnati per la riuscita. Secondo alcuni commercianti, a Ceccano si farebbero troppe manifestazioni, molte delle quali senza criteri chiari di gestione e con costi alti per la partecipazione. A proposito si è appreso che ne sono previste altre due in settembre : la prima, Festa della Pizza, ci sarà dal 6 all’8 nel Piazzale Bachelet, in contemporanea con la Festa del Contadino che avrà luogo invece a Santa Maria a Fiume, per iniziativa della parrocchia. Poi ci sarà la notte verde, probabilmente sul Ponte Berardi, per cui Arsial, l’ente regionale per la promozione dell’agricoltura, ha stanziato 20 mila euro in favore del comune di Ceccano.

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Una volta in ogni casa c’erano animali: Maiale, qualche pecora, conigli. Qualcuno una vacca. E con essi non serviva manutenzione agli scoli dell’acqua. C’erano gli animali che mangiavano l’erba e non servivano decespugliatori o tagliaerba. Poi arrivarono le leggi, apparentemente a tutela della salute dei consumatori, ma che hanno rovinato i piccoli allevamenti familiari: il pollaio o il mandrile deve avere determinate caratteristiche e distare tot metri dall’abitazione. Il veterinario deve dare il nulla osta per l’abbattimento del maiale o della mucca. Tutto questo ha allontanato definitivamente il contadino o l’aspirante tale dalla campagna.
Le fiere di conseguenza hanno perso il loro interesse.
Bisognerebbe tornare a finanziare iniziative che stimolino nuovo intetesse.
Ad esempio ricordo anni fa in Trentino c’era un contributo per chi tagliava con mezzi meccanici, tipo la falce, l’erba nei terreni di sua proprietà confinanti con strade comunali…..