Sono 45 pagine dense di appunti, emozioni, fatti, fotografie, carte militari: è il diario di guerra di Augusto Angeletti, dentista per tanti anni a Ceccano, che il figlio Vincenzo, architetto, ha voluto rendere noto in ricordo del padre. Leggere le circa 350 lettere, conservate da mia madre Gaetana, che mio padre, Augusto, scriveva all’allora fidanzata, Tanina, ha provocato in me forti sentimenti. – scrive nell’introduzione l’arch. Angeletti – Si tratta di un diario, un resoconto letterario, con il quale condividere con l’amata gli eventi di cui è partecipe, a 5000 chilometri di distanza. Unico mezzo, allora, per comunicare era la lettera, certamente più duratura di quelli odierni, immediati ma fugaci. Anche La minore frequenza delle missive testimonia un aggravarsi degli eventi, come la censura su parti dello scritto. Non si tratta solo di lettere amorose, che non avrebbero interesse se non in ambito familiare. Si tratta di documenti che mi hanno rivelato una inaspettata grande capacità narrativa paterna. Vi si trovano descritti luoghi e situazioni con dovizia di dettagli, ma anche considerazioni e valutazioni che attestano uno spiccato e attento spirito di osservazione e valutazione. Ho definito le lettere documenti perché in esse il lettore oltre che essere partecipe di luoghi e di eventi può trovare date, persone, situazioni ecc, raccontate da un “testimone” diretto. Nella trascrizione ho omesso le parti prettamente private, mantenendo la forma originale compatta del testo. Qualche nome di luogo potrà risultare non correttamente trascritto, ma è da attribuirsi alla difficoltà di leggere i toponimi. Ho inserito immagini, alcune trovate nella raccolta di lettere altre prese da internet. Ho pensato di utilizzare i disegni presenti in alcune lettere e ho riprodotto, in appendice, i calendari dei Cavalieri di Neghelli, relativi al 1940 e 1941, nei quali sono riportati i nomi degli ufficiali e sottufficiali del Gruppo. Per completezza ho riprodotto alcuni oggetti personali, riportato alcuni dati biografici, nonché inserito alcuni ricordi ascoltati nei racconti di papà. Con due commilitoni ha avuto contatti negli anni ‘80: il prof. dott. Agostino Cavadi di Palermo e il dott. Vincenzo Labombarda di Cuneo.

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