Li ricordo benissimo, ho un immagine viva alla Madonna della Pace, vista da via IV Novembre: tutti quei signori, che di solito vestivano in maniera molto più modesta, indossavano, per quel giorno, per il 1° maggio, il vestito scuro, quello della festa, per molti l’unico, con il garofano rosso all’occhiello della giacca, e sfilavano, cantando l’Internazionale. Ci andava anche mio padre e soprattutto mio zio, Vittorio Barletta. Era una tradizione antica della Ceccano socialista che, allora, vantava maggioranze bulgare per la sinistra. Poi, per anni, a mia memoria, il silenzio totale sulla Festa del Lavoro e dei lavoratori, tranne qualche piccola eccezione. Probabilmente è il segno del cambiamento radicale che ha investito la dimensione del lavoro. Vogliamo ricordare la Festa del lavoro, su cui si fonda la nostra Costituzione Repubblicana, con un pensiero a tutti coloro che hanno perso la vita per sostenere la propria famiglia. Ceccano gli ha dedicato un monumento, come ricordo di tutti coloro che hanno perso la vita per sostenere la famiglia ma anche di tutti coloro che vivono questa dimensione essenziale della vita senza la necessaria dignità.

Auguri a tutti i lavoratori e soprattutto a quanti il lavoro l’hanno perso e ai tanti giovani che lo cercano
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