Annibaldo de Ceccano alle terme


di Vincenzo Angeletti Latini, architetto

Un interessante documento è custodito nell’Archivio di Stato di Napoli, si tratta di un manoscritto su pergamena, facente parte dell’Archivio Angioino. Un atto del Re Carlo I d’Angiò, redatto nel 1273, e identificato con Registro 1272 B fol. 170 n. 14 nell’Archivio di Stato di Napoli. Un passaporto per recarsi nel Regno di Napoli concesso alla nobil donna Francesca d’Aquino, nipote di San Tommaso, e moglie di Annibaldo II de Ceccano.  Il testo originario è in latino e si riferisce a un ordine di lasciapassare rivolto ai Custodi dei passi, ovvero gli ufficiali preposti al controllo e alla riscossione della tassa di passo ai confini dell’attuale Campania. 

Ne riporto la traduzione: 

«Lo scritto è per i Custodi dei passi di Terra di Lavoro.  Poiché la nobile Francesca, moglie del nobile Annibaldo de Ceccano, nipote del venerabile frate Tommaso d’Aquino dell’ordine dei predicatori, desidera venire nel nostro Regno, per recarsi personalmente alle terme di Pozzuoli per curare una sua malattia, prevedendo la vostra lealtà concediamo che la medesima nobile con famiglia e con i cavalieri al suo seguito entri nel nostro Regno, e quando vorrà ritornare nel suo, permetterete liberamente di uscire dal Regno stesso, senza procurarle alcun disturbo o peso verso persone o cose, che venga mantenuto il numero delle persone e dei cavalli che porta con sé come visto da voi al suo ingresso nel Regno, in modo che non possa lasciare il Regno dopo due mesi con altri presenti dei quali non si terrà alcun conto.  

Dato a Foggia come sopra (3 aprile 1273).» 

Dal contenuto del documento emergono subito alcuni aspetti che meritano di essere esaminati. Il passaporto ha come beneficiaria Francesca d’Aquino, che è originaria della Terra di Lavoro e pertanto non necessiterebbe di alcun lasciapassare. Accennato che è moglie di Annibaldo de Ceccano si sofferma su Tommaso d’Aquino suo zio, facendo trapelare, nell’autorizzazione, una sua mediazione. È bene ricordare che Carlo d’Angiò, estimatore di Tommaso d’Aquino, lo aveva incaricato, l’anno precedente, il 1272, di insegnare all’università di Napoli con un appannaggio di un’oncia d’oro al mese. La persona che necessita di cure non è la beneficiaria ma il di lei marito, indirettamente autorizzato come componente della famiglia. Nulla è ricavabile di quale male si tratti ma la cura è prevista per due mesi, come la durata del permesso.  Altro aspetto, alla base dell’autorizzazione, è quello di un comportamento leale del quale parleremo in seguito. 

La raccomandazione, contenuta nel finale e rivolta ai Custodi dei passi, appare quantomeno singolare – tralasciando l’ovvia verifica che il numero delle persone entrate corrisponda a quelle in uscita. Ma è l’attenzione rivolta anche ai cavalli che maggiormente colpisce se non si considera il loro notevole costo, specie per le razze da guerra.  Sappiamo che il figlio di Carlo I, il principe Filippo, spese nel 1272 per un cavallo 45 once d’oro, e che Carlo II concesse un compenso, a un cavaliere, di 80 once per uno perduto, durante la battaglia contro Manfredi nel 1295. Costo che attualizzato darebbe cifre inconcepibili, rispettivamente di € 91.890 e di € 163.360 – peraltro sottostimate avendo effettuato la stima con l’attuale caratura di 18 e non quella medievale, più alta, di 23. Va comunque tenuto conto che il cavallo rappresentava, nelle battaglie dell’antichità, l’odierno carro armato. 

Passiamo a inquadrare e chiarire quanto sin ora detto e traendone informazioni, inedite, sul personaggio della famiglia de Ceccano e sua moglie. 

Riferendoci alla genealogia dei de Ceccano, dovrebbe trattarsi di Annibaldo II, uno dei cinque figli di Giovanni II, detto seniore, e nipote di Landolfo II. Utilizzo appositamente il condizionale perché sembrerebbe trattarsi piuttosto dello zio, Annibaldo I, secondo figlio di Landolfo (II) di Giovanni (I). Ricordato nel testamento paterno del 1264, è erede della terza parte di Ceccano, di Carpineto, e di Amara, e per intero Giuliano, Monteacuto, Roccagorga, Asprano ma soprattutto Maenza. Come il padre è filo-imperiale, parteggia per Manfredi. Subentra al padre nei diritti su Sezze e, dal 1270, capeggia la fazione antagonista agli Annibaldi a Terracina, divenendone podestà nel 1274. Ma quel che più interessa, ai fini di questa trattazione, è la rivalità tra Annibaldo e Carlo I. Questo sovrano aveva inviato truppe a Ceprano, per recuperare la città a favore del legittimo Signore, il Card. Gottifredi (parente tra l’altro dei de Ceccano). Con atto del 1269 si era dichiarato « contro Annibaldo de Ceccano traditore e nemico di santa Romana chiesa e nostro, perché usurpò assumendone il governo, Ceprano, contro il divieto di detta Chiesa.»  

Il carattere battagliero e filo-imperiale, inviso ai d’Angiò, ed essere signore di Maenza, sembrerebbe corrispondere meglio ad Annibaldo I piuttosto che al nipote Annibaldo II, del quale troviamo poche notizie, e che non risulta, peraltro, essere stato Signore di Maenza. 

Il profilo biografico che traccia Paravicini Bagliani di Annibaldo I trova, a quanto sto supponendo, un solo elemento di contradditorietà ovvero la moglie che risulterebbe tal Maria, di sconosciuto cognome, invece di Francesca d’Aquino.  Va comunque rilevato che tra i due Annibaldo I e II (che chiamerò in seguito genericamente), nei vari autori, viene fatta poca distinzione sui due omonimi, e spesso anche confusi. Si renderebbe necessario un approfondimento, sulla scorta dei documenti disponibili, dell’argomento che esula da questa trattazione anche per le implicazioni genealogiche che ne conseguirebbero. 

Passiamo ora a Francesca d’Aquino, descritta principalmente come nipote di S. Tommaso e moglie di un Annibaldo de Ceccano, anti-angioino e signore di Maenza, esaminandone la famiglia. Appartiene alla importante famiglia dei D’Aquino. È figlia di Filippo, fratello del venerabile dottore, ricordato in occasione della presa di Castrocielo, bandito da Federico dopo la congiura di Capaccio, e morto in esilio. I nonni sono Landolfo I d’Aquino e Teodora Galluccio, figlia del conte di Chieti. 

Il fratello è Pandolfo, primogenito di Filippo, che aderì al partito svevo combattendo con Corradino, nel 1268 a Tagliacozzo, battaglia nella quale aveva partecipato anche Annibaldo e per la quale anche il d’Aquino, con altri membri della famiglia, viene dichiarato traditore. Lo Spiazzi riferisce di simpatie filo-imperiali anche di Francesca e della cacciata, con il marito, dal loro castello di Maenza da parte delle truppe angioine.

 S. Tommaso d’Aquino

 Papa Gregorio X indice, per il 7 maggio 1274, un secondo Concilio a Lione al quale viene invitato a partecipare anche a Tommaso d’Aquino, che si trova a Napoli per insegnare all’università. È questa l’occasione per fermarsi, durante il tragitto, con una piccola deviazione, al castello di Maenza, per una visita alla nipote Francesca. 

 Il Concilio di Lione 

Dai testimoni ascoltati nella canonizzazione di fra’ Tommaso, questa visita è così ricordata: «Signora Francesca Contessa, moglie di Annibaldo de Ceccano, del castello di Maenza e nipote del detto Frate Tommaso» e « a visitare la signora sua consanguinea».  

Walz ritiene che non sia stata, questa di febbraio 1274, l’unica visita alla nipote a Maenza ma sia stata preceduta da altre due: una circa il 1265 e l’altra, forse, nel 1273.  

Tralascio, in quanto note, le vicende sull’aggravamento delle salute di fra Tommaso e la morte nella vicina Abbazia di Fossanova. Voglio però ricordare che Francesca e Annibaldo, preoccupati dall’aggravarsi dell’illustre ospite, che mostrava inappetenza e nausee, chiamano per un consulto il medico di fiducia Giovanni di Guido di Priverno. Costui, ricordato principalmente per il miracolo delle alici trasformate in sarde, è, per tornare all’argomento principale di questo contributo, sicuramente il medico che prescrisse ad Annibaldo le cure termali a Pozzuoli. 

Resta sconosciuta quale malattia aveva colpito Annibaldo, come lo è anche per Manfredi che vi si recò nell’estate del 1227. 

Si trattava di balnea, bagni, e non di termae, terme, differenza che denota una struttura di dimensioni più piccole, la disponibilità di acque sulfuree e di essere di proprietà privata. Descrizione che corrisponde ai bagni che si trovavano a Ceccano e per i quali la grande iscrizione, nella chiesa di S. Maria a fiume, ricorda l’intervento di restauro voluto dall’imperatore Adriano. Ricordiamo che la denominazione del fosso di Druagni, Rovagno, deriva da Rivus balnei, rivo del bagno, le cui acque alimentavano appunto i bagni, insieme a quelle sulfuree che sorgevano nelle vicinanze. La proprietà della famiglia degli Antonini giustifica l’intervento, di Adriano, sulle strutture che si trovavano, dilapsas, in rovina, come recita la predetta iscrizione.

Pietro da Eboli offre la sua opera all’imperatore Federico II 

Su come fossero all’epoca di Annibaldo i bagni di Pozzuoli ci aiuta l’interessante poemetto del poeta Pietro da Eboli (Eboli, 1150 circa – 1220 circa) intitolato De Balneis Terrae Laboris (“I bagni della terra di lavoro”), ma più noto come De Balneis Puteolanis (“I bagni di Pozzuoli”). Dal prezioso codice, copia tratta dall’originale, perduto, custodito nella Biblioteca Angelica di Roma, si possono ricavare informazioni sulle cure termali antiche. Sappiamo che gli edifici termali caddero in disuso dopo la caduta dell’impero romano, ma non nel meridione, dove si registrano testimonianze, secondo le quali non venne meno l’abitudine di bagnarsi, con rinnovato e diffuso interesse tra il XII e il XIII sec., in particolare di Federico II. 

Chiudo la trattazione con alcune splendide immagini, tratte dal poemetto di Pietro da Eboli, che meglio rendono le attività curative nei bagni di Pozzuoli.

 Pietro da Empoli illustrazioni da I bagni di Pozzuoli


Scopri di più da Pietroalviti's Weblog

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Blog su WordPress.com.

Su ↑

PHILOSOPHICA - THEOLOGICA - HISTORICA

Argomenti vari di natura filosofica e teologica, ma non solo. A cura di Lorenzo Cortesi.

AcFrosinone

Cittadini degni del vangelo

gianfrancopasquino

QualcosaCheSo

Spazio Libero

Blog di Informazione, Cultura, Scienza, Tempo Libero

OpinioniWeb-XYZ

Opinioni consapevoli per districarci nel marasma delle mezze verità quotidiane!

Damiano Pizzuti

Salute, società, notizie

Marisa Moles's Weblog

Le idee migliori sono proprietà di tutti (Seneca)

Mille e più incantesimi

Claudio Baglioni: Poesia in musica

Insegnanti 2.0

Insegnare nell'era digitale

seiletteresulpolso

«Passerò come una nuvola sulle onde.» Virginia Woolf

Centri Informagiovani Ciociaria

Una risorsa per i giovani. Un riferimento per i territori

Seidicente

altrimenti tutto è arte

Cesidio Vano Blog

“L'insuccesso mi ha dato alla testa!”

Bibliostoria @ La Statale

Risorse web per la storia, novità ed eventi della Biblioteca di Scienze della storia e della documentazione storica, Università degli Studi di Milano

virgoletteblog

non solo notizie e attualità

polypinasadventure

If you can take it, you can make it!