Gli fecero prima scavare la fossa e poi lo fucilarono dopo averlo seviziato. Accadde il 25 febbraio del 1944, 80 anni fa. Ci ricordano i fatti Lucia Fabi e Angelino Loffredi nel libro Il dolore della memoria: l’occupazione tedesca a Ceccano si estende nelle località Le Cocce, La Badia, La Spina, Via Marano, Campo Sportivo. Tale presenza è ossessiva e capillare anche al centro dell’abitato dove occupano anche Castel Sindici e la trattoria Tanzini, posta nelle vicinanze. A mezzogiorno un camion arriva a prelevare il rancio che viene consumato nel Castelo Sindici. L’attività nel Castello si presenta “vivace “: feste, balli, rapporti con ragazze compiacenti ma viene anche ricordato per un triste fatto di crudeltà e di sangue. Lo apprendiamo da una notizia riportata, in data 26 febbraio 1944, da don Quirino Angeloni, sacerdote di Castro dei Volsci nel suo “ Diario di guerra “ “Giovedì 25 febbraio, ore 9. Mentre si recava a potare le viti Polisena Giulio del suo terreno sito in territorio di Pofi, portando con se gli attrezzi di lavoro, viene catturato lungo la linea ferroviaria e sospettato di aver tagliato i fili telegrafici. Condotto a Ceccano, dopo breve e sommario processo, lo obbligano a scavarsi una fossa nelle adiacenze del Castello e dopo essere stato seviziato e fucilato, viene sepolto “ Polisena è di Castro dei Volsci e il luogo di sevizie e morte non è il Castello dei Conti ma proprio Castel Sindici, dove è istallato il comando tedesco. Anche se tanti cittadini ceccanesi conoscevano da subito il luogo di sepoltura del Polisena, questa brutta storia mai approfondita, è riportata da Giacinto Minnocci nel suo libro “ Ciociari nella Resistenza “ uscito nel 1964.

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