di Rino Liburdi
Nell’approssimarsi dell’80° anniversario della distruzione bellica della Chiesa di Santa Maria a fiume, a Ceccano, il 26 gennaio del 1944, ospitiamo volentieri un contributo dell’avv. Rino Liburdi sulla ricostruzione del Santuario

26 Gennaio 1944 – 18 Settembre 1955 : Dal rullo compressore della guerra alla Speranza che trionfa.
La prossima settimana verrà ricordato l’ottantesimo anniversario di un evento tragico per la Città di Ceccano: la distruzione del Santuario di Santa Maria a Fiume. Sulla distruzione si è detto tanto. Tra la fine del 1943 e l’inizio del 1944, la Ciociaria e quindi anche la nostra Città, venne a trovarsi al centro di obbiettivi militari. I bombardamenti degli Alleati e l’azione devastatrice delle truppe Tedesche in ritirata portarono nel complesso alla distruzione del 70 % delle strutture abitabili e delle opere pubbliche come si legge in una Delibera del Consiglio Comunale del 1971. Il mese di gennaio fu particolarmente cruento. I massicci bombardamenti aerei furono più di quaranta. Tra questi quello che il 26 gennaio del 1944 distrusse il Santuario. Ripeto si è detto sempre molto sulla distruzione. Un po’ meno su quello che fu il miracolo della RICOSTRUZIONE.
Il 25 ottobre 1952 si tenne la prima riunione del Comitato per la Ricostruzione nato su impulso dell’Abate Don Vincenzo Misserville e della signora Bice Mancini Fedele. Presidente fu nominato Tommaso Mancini, Vice presidente Luigi Igi, allora direttore sanitario al S. Maria della Pietà. In quell’occasione fu raccolta una prima sottoscrizione di ben un milione di Lire, a cui si aggiunse, qualche giorno dopo, la donazione di un altro milione da parte del Comm. Annunziata. Il terreno fu donato dall’Avv. Giuseppe Ambrosi. I due milioni iniziali e la donazione del terreno furono il primo importante passo, tuttavia non erano sufficienti. Come risulta da un nutrito carteggio custodito nell’archivio della Curia, fu il Vescovo Mons. Tommaso Leonetti a dare ulteriore impulso al progetto, con l’interessamento dell’On. Angelo Cerica della DC ed originario di Alatri, il quale segui tutta la la pratica per ottenere i finanziamenti dal Governo. Il Sottosegretario ai LL. PP. On. Emilio Colombo firmò il D. M. n. 203 del 16.02.1955 concedendo un finanziamento di Lire 61.824.221. Il progetto fu affidato dal Comitato all’Arch. Bonaventura Berardi, di origini ceccanesi, che accettò di svolgere il lavoro con il solo rimborso spese. L’esecuzione venne affidata alla Ditta Sebasti Pio, che si avvalse di maestranze locali ( ecco perché molti anziani ricordavano di aver partecipato alla ricostruzione!). I materiali, in particolare le pietre, provenivano dalle cave di Fossanova, Amaseno e Supino.
Il 18 settembre 1955 ci fu la posa della prima pietra.
Grazie dunque al sacrificio, all’impegno, alla determinazione ed allo spirito di liberalità di alcuni ceccanesi, specialmente nella critica fase iniziale, il popolo di Ceccano dopo ben 11 anni aveva di nuovo il Suo Santuario.
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