Nessuno l’aveva mai visto così, colori vividi, il giglio che sembra venir fuori dal quadro, occhi profondi, dita accurate, saio in un panneggio splendido. E’ il Sant’Antonio da Padova, la pala d’altare che la Sovrintendenza ai Beni Culturali del Lazio Meridionale ha restituito stamane alla città di Ceccano, riponendolo nell’altare di destra della Chiesa della Madonna de Loco, che a Ceccano è più conosciuta come Sant’Antonio. L’opera è stata descritta dalla restauratrice, la dott.ssa Chiara Arrighi, e dal dott. Lorenzo Riccardi, storico dell’arte. Il quadro, hanno detto, è un’opera di grande qualità, legata alla devozione profonda di Ceccano per il Santo di Padova. Via via, che si procedeva alla ripulitura e al restauro della tela, è venuto fuori un capolavoro di una importante bottega d’arte di area romana, dei primi due decenni del 1600. Pittori contemporanei di Caravaggio, dunque, che hanno realizzato il Sant’Antonio di Ceccano, rispettando la devozione del popolo: quattordici scene della vita del Santo, i suoi miracoli, sono rappresentate ai lati della tela, una specie di catechesi sulla figura di Antonio, il grande predicatore che anche i pesci ascoltano. E Ceccano era un città con tante famiglie legate alla pesca al fiume. Ci vorrà un’ apposita illuminazione per far cogliere tutti gli aspetti della bella pala d’altare. I restauratori della Sovrintendenza sono rimasti colpiti anche dalla persistenza della venerazione per S. Antonio nella città di Ceccano, testimoniata dai tanti ex voto, anche recentissimi, che costellano la parete all’interno della quale è stato risistemato il quadro. E’ una cosa da vedere, non perdetevela.

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