Li catturarono in duemila, la maggior parte di loro aveva appena 18 anni, eppure non tradirono, non cedettero alla paura e al terrore, la divisa fece ancora una volta il miracolo: tante storie di coraggio e di abnegazione quelle ricordate da Maurizio Piccirilli, il reporter de Il Tempo che giunse per primo a via Caetani e scattò le fotografie con il cadavere di Moro nella Renault rossa, il 9 maggio 1978. Piccirilli scoprì casualmente, in una conversazione privata, i fatti del 7 ottobre 1943, quando i carabinieri in servizio a Roma, furono tutti consegnati nelle caserme e disarmati da un ordine del comando generale dell’Arma, su richiesta della Gestapo che temeva interferenze per la razzia del ghetto ebraico e furono quindi deportati in Germania e in Polonia. Ne è scaturito il libro Carabinieri kaputt che è stato presentato sabato 11 novembre a Santa Maria a fiume a Ceccano. Un’altra serata dedicata al ricordo di quanti affrontarono coraggiosamente le terribili vicende della guerra in Italia. Al dibattito hanno partecipato anche Luigi Vacana, delegato della Provincia di Frosinone per la cultura e Biagio Cacciola, il cui padre era proprio uno di quei carabinieri consegnati nella caserma di viale Romania e che riuscì fortunosamente a sottrarsi alla cattura. La presentazione di Carabinieri kaputt ha fatto seguito a quella di Italiani di Cefalonia di venerdì 10 e fa parte del ricco itinerario I giorni dell’ira che la Rete delle Associazioni di Ceccano, coordinate dalla Proloco propone in ricordo di quei mesi di sofferenze, privazioni, ma anche di gesta eroiche della popolazione civile e dei militari che l’8 settembre erano stati abbandonati a sé stessi.

qui le foto della presentazione di Carabinieri kaputt
qui quelle della presentazione di Italiani di Cefalonia
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