150 allievi sui tre anni di corso, per la stragrande maggioranza provenienti da fuori regione, soltanto in 4 sono di Ceccano, arrivano ogni giorno per le lezioni, affittano appartamenti, vanno nei bar e nei ristoranti, danno un po’ d’anima a quell’edificio che nel passato aveva ospitato l’ospizio psichiatrico del manicomio provinciale di Roma, il S. Maria della Pietà, con numeri impressionanti, fino a 900 pazienti. Ma, prima ancora, era stato un collegio religioso, quello degli Scolopi, con il Regio Ginnasio. Ora quel maestoso edificio prova a tornare alla sua vocazione accademica. Insomma, dall’11 gennaio 2012, Ceccano è una città universitaria e ora la Facoltà di Infermieristica e il Comune cercano di dargli un po’ più di visibilità con la firma di una convenzione, cui ha preso parte, stamane, nell’aula consiliare di palazzo Antonelli, lo stesso Rettore, il prof. Nathan Levialdi Ghiron, ordinario di ingegneria economico gestionale nell’università capitolina. Il prof. Levialdi Ghiron ha evidenziato l’importanza del lavoro degli infermieri professionali nel sistema sanitario nazionale e quanto sia importante formarli in maniera adeguata. Il corso di laurea in infermieristica è parte dell’offerta formativa dell’Università Roma II di Tor Vergata ed offre ogni anno 50 posti per gli allievi. Il corso triennale vuol dire dunque oltre 150 studenti, escludendo i fuori corso e quelli che sono impegnati per le sessioni di laurea. Il corso è stato presentato dalla pro rettrice, prof.ssa Rosaria Alvaro, che ha tracciato la storia di questi 11 anni, in parte avventurosi, in parte frutto anche del coraggio di chi ha fortemente voluto il corso a Ceccano, in unione con la sede di Sora. Si è cominciato con 50 alunni in tutto, ora i numeri sono triplicati a conferma che la localizzazione a Ceccano sia molto indovinata, grazie alla vicinanza con la stazione ferroviaria. Inoltre Ceccano, ha testimoniato, il dott. Gennaro Scialò, presidente provinciale, gode della presenza dell’unità di degenza infermieristica in cui è possibile effettuare il tirocinio direttamente nella sede universitaria. E poi, ha detto, chi frequenta infermieristica sa di avere il lavoro pronto che lo attende il giorno dopo della laurea. Varrebbe la pena saperne di più. Come pure, perché non pensare al riutilizzo di una parte del nosocomio come casa dello studente? Ci sarebbe tutta l’Ala Mosconi disponibile, oppure la palazzina attualmente occupata dalla REMS, in via di trasferimento nella nuova struttura di via Morolense. E perché non riattivare la sala teatro come auditorium per convegni e lezioni? L’università c’è già, diamogli visibilità.

All’incontro era presente un folto gruppo di studenti
qui la convenzione firmata stamane
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