Augusto Ive, nella Spal in serie A, un giocatore di Ceccano


E’ l’unico della storia della città: il suo esordio ci fu il 6 settembre del 1965, allo Stadio San Paolo nella fila della Spal contro il Napoli. E’ uno dei 19 atleti della provincia di Frosinone che hanno militato in serie A. Ora vive a S. Marinella, e l’arch. Luigi Compagnoni, nel suo appassionato sforzo di ricostruire la memoria di Ceccano e metterla a disposizione di tutti, lo ha incontrato ed intervistato:

Le straordinarie imprese della squadra del  Frosinone  che  pur rappresentando  un  piccolo capoluogo di provincia   per ben tre volte negli ultimi 8 anni è riuscito ad approdare in serie A ,   ci ha spinto a curiosare negli archivi per ricercare  i  calciatori   nativi della provincia frusinate    che  nel passato sono riusciti  ad esordire nel massimo campionato di calcio Italiano .  I numeri non sono eclatanti , soltanto  19 calciatori   nella  loro carriera sportiva  possono fregiarsi  di  essere scesi in  campo  nella massima serie  anzi  quattro   di essi ( Giannichedda,Palombo, Ogbonna  e  Zappacosta ) hanno avuto anche l’onore di vestire la maglia della nazionale  maggiore. Caso a parte la storia di  Delio  Onnis nato a Giuliano di Roma , piccolo  borgo della Ciociaria , dove la famiglia si era trasferita dalla Sardegna che diventò una stella  di prima grandezza  nel campionato francese   senza mai  giocare in Italia .

Le   cittadine   che vantano   il maggior  numero di calciatori  giunti  alla massima serie   sono  Sora con  ben quattro  giocatori e Pontecorvo con 2  . Ceccano , la mia città ,  è presente con soltanto un giocatore , Augusto Ive nato nella  città  fabraterna  il 18 luglio 1944  ed esordiente in serie A con la maglia della Spal  contro il Napoli  il 6 settembre del 1965 allo stadio S. Paolo . 

Dopo svariati tentativi  di contattarlo per telefono  ,   Augusto  vive a S. Marinella  sul litorale  romano  e raramente  torna a Ceccano ,  siamo   riusciti  finalmente  ad incontrare Augusto grazie  all’aiuto   del  cugino Antonio Mattone  e sono state due ore meravigliose di  racconti   di vicende e personaggi sportivi che  hanno fatto la storia del calcio italiano  che oggi forse  non esiste più   se non nella memoria  di noi vecchi  appassionati del calcio di una volta   quando i calciatori  , appunto , avevano “facce da calciatori “ !  Augusto   ci ha travolto ed  affascinati  per la precisa  ricostruzione  della  sua carriera  non solo dal punto di vista sportivo ma soprattutto per  i  rapporti umani  che con  il suo carattere  estroso ed aperto riusciva ad intrattenere  con i suoi compagni , allenatori e presidenti ed ancora oggi con alcuni di essi   si vede spesso e   quando torna  nelle  piazze calcistiche   dove  ha giocato  i tifosi ancora lo acclamano a distanza di tanti anni . 

Il suo  entusiasmo contagioso   che ancora conserva  verso il gioco più bello del mondo  ,  ci ha consentito  di ricostruire le sue  origini  ceccanesi  , i  primi calci  nelle  giovanili della Roma  ,  fino all’esordio  in serie A e B nel giro di pochi  mesi  nella stagione 1965-1966  con le maglie della Spal e della Reggina  ed infine gli ultimi   anni della   sua carriera  . 

Il padre  Silvio nato in Austria  , militare di carriera , dopo l’8 settembre  del 1943  si trova di stanza a Ceccano inquadrato nel rinato esercito italiano di supporto alle truppe alleate   soprattutto nelle azioni di contrasto  agli sbandati  e   contro le efferatezze  delle truppe marocchine  contro la popolazione   . Qui si innamora  della   ceccanese  Laura Filippi e nel luglio del ’44 nasce Augusto in località   Celleta   dove la famiglia della madre   si era rifugiata dopo il passaggio del fronte . All’età di tre anni la famiglia Ive si trasferisce a Roma presso la caserma  Cecchignola dove  Augusto vive la sua infanzia rincorrendo come tutti i ragazzini dell’epoca una palla   di stracci  fino al giorno ‘fatidico’  quando a S. Giovanni  sui muri  viene   affisso  un manifesto    della  Roma calcio che organizzava  presso il campo della Romulea un provino per i ragazzi . Augusto e i sui amici accorrono ma trovano centinaia di ragazzi e qui i primi aneddoti  del racconto di Augusto …non ha le scarpe idonee e gli prestano un paio di scarpini ma di due numeri  più grandi nonostante ciò i suoi guizzi , il tiro bruciante e una tecnica innata nel trattare la palla non sfuggono  agli osservatori tra  la moltitudine dei ragazzi in prova  ma … secondo inconveniente , Ivo nel registrare  il suo nome sbaglia il cognome e viene  iscritto  nella lista  degli osservatori con il  cognome  di “Verzega Augusto” per cinque  mesi è impossibile  rintracciarlo  fino a quando la perseveranza  di un osservatore che  era rimasto impressionato dal  ragazzino lo rintraccia e finalmente Ivo entra nel settore  giovanile della Roma .

Nelle giovanili giallorosse    diventa  titolare nella  De Martino e  partecipa al  torneo di Viareggio ecc.. assieme ad altri giovani di belle speranze    , Ginulfi  , Carpenetti , De Sisti ecc.. entra di fatto nel giro  della prima squadra  in particolare  per la stima    dell’allenatore  Masetti  che lo etichetta come un “nuovo Guaita” anche  se  al giovanissimo  Augusto ( come ci ricorda lui stesso ) questo appellativo  dice  poco non conoscendo  i trascorsi  del grande  attaccante  argentino  nella  Roma degli anni trenta fino ad arrivare a conquistare il titolo mondiale con l’Italia nel  1934 !!  Nel  1962  appena diciottenne ecco il ritorno  a Ceccano   sotto forma di amichevole  della Roma De Martino contro   la squadra locale ritornata in 1^ categoria dopo i fasti dell’Ex Annunziata Calcio degli anni cinquanta .  L’emozione di quel giorno con la maglia della Roma nella città dove ancora aveva tanti amici e parenti traspare ancora oggi ma il legame è così forte  con le sue radici  che  in quella torrida estate del ’62 , Augusto non riesce a dire di no allo zio Leandro Mattone ( vecchia gloria del calcio ceccanese ) che lo invita a partecipare con la squadra della “Piazza”  nel torneo rionale particolarmente sentito nella Ceccano calcistica dell’epoca .La “Piazza”  grazie ai suoi gol   vince il torneo ma Augusto  martoriato  dai terzini  delle  squadre avversarie  avverte i primi problemi al menisco  della gamba sinistra  che lo costringerà poco tempo dopo ad operarsi . Questo gli costa parecchi mesi di stop e i dirigenti della Roma a cui aveva nascosto l’infortunio patito  in  un torneo  amatoriale decide di mandarlo in prestito in serie C ad Avellino dove si comporta bene  soprattutto in coppia con Lucio Mujesan,vecchio compagno nelle  giovanili della Roma ,le sue buone prestazioni gli valgono l’attenzione di Paolo  Mazza presidentissimo  della Spal e già ex selezionatore della nazionale  italiana  nell’infausta spedizione nei mondiali del 1962 in Cile . 

Approdato nella squadra estense allora militante in serie A  , Augusto  si trova  in compagnia  di giovani  di grande   avvenire come Fabio Capello  ed  Edy  Reya ma anche di maturi giocatori  come l’argentino Oscar Massei e Osvaldo Bagnoli  anzi è proprio l’argentino  che mette il giovanissimo ceccanese  sotto la  sua ala   protettrice e Augusto  addirittura viene  convocato come titolare ( all’epoca non erano consentite sostituzioni )  per la prima  partita  del campionato  contro il Napoli appena tornato nella  massima serie . Ed ecco l’esordio   davanti  ad oltre 70.000  persone  del giovane ceccanese che ben si comporta anche se l’allenatore  Petagna  non lo schiera nel suo ruolo naturale  ma bensì  gli ordina di marcare Juliano , l’elemento più  tecnico del Napoli , lo schema dà  ragione all’allenatore  fino a portare  la Spal in vantaggio ma il brasiliano  Canè in giornata di vena  (autore di un tripletta)  supportato da Altafini e Sivori alla fine riusciranno a prevalere   per 4 a 2 . Subito dopo ad  Augusto si riacutizza il dolore   alla gamba operata   e preferisce   trovare più  spazio nella Reggina in serie  B dove addirittura segna un bellissimo gol  all’esordio contro il Monza ( 5 dicembre 1965) . 


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