Imparare dall’emergenza incendi in Sicilia, pianificare, informare, comunicare: a Ceccano?

Ho sentito mia moglie che gridava: porta via i bambini, ho aperto la porta e a, pochi metri da me, un muro di fiamme! Li ho presi, messi in macchina, lasciato tutto aperto per cercare di sfuggire all’assedio del fuoco. In quello stesso momento sono arrivati i carabinieri che gridavano: evacuate, evacuate! Questo drammatico racconto l’ho avuto in diretta ieri sera, 25 luglio, dal proprietario di una rosticceria di Partinico, in provincia di Palermo. Avevamo fatto tanto per costruirci quella villetta in montagna. ho visto le case dei vicini andare letteralmente in fumo, le persone si stanno aiutando vicendevolmente ma c’è poco da fare contro la furia delle fiamme. E’ stato lo scirocco? chiedo da stupido. Quale scirocco, mi risponde, gli incendi sono scoppiati tutti insieme. Lo conferma un’altra cliente che, dopo aver chiesto al titolare come stesse, ha esordito: sempre i soliti eh? Per la seconda volta nella mia vita mi sono trovato in un’emergenza generale. Mi era accaduto da giovane, nel terremoto dell’Irpinia, in quei giorni convulsi della fine di novembre del 1980. Non c’era ancora protezione civile, non si sapeva nulla, di quanto fosse accaduto se nonc he c’era stato un terremoto di forte intensità in provincia di Avellino, però la gente cercava di aiutare in tutti i modi. Mi è accaduto di nuovo ieri mattina mentre cercavo di raggiungere Cefalù e mi son trovato ad percorrere l’autostrada con le fiamme alte da una parte e dall’altra: all’improvviso un fumo nero si è sprigionato dalla scarpata e per qualche secondo non ho visto più niente. Per grazia di Dio, quello davanti a me non ha frenato di botto e il terrore non mi ha paralizzato e sono riuscito a mantenere la calma. La Sicilia è sconvolta dagli incendi: ieri pomeriggio alle 14, la Protezione civile ne contava 90, senza quelli più piccoli: non c’entra lo scirocco, gli incendi sono voluti ed appiccati nel momento in cui il vento da sud soffia forte e porta le temperature oltre i 45°. Tutti sapevano che ci sarebbero state le condizioni per lo scoppio degli incendi eppure la Sicilia si è fatta cogliere soltanto con due canadair, di cui uno già impegnato a Pantelleria. Molte persone, ho sentito direttamente i loro racconti, non sapevano che fare, se restare o andare via. Sono saltate le comunicazioni con i centri decisionali, anche nelle aree più esposte agli incendi non c’erano invasi utilizzabili per arrestare le fiamme. Il fuoco è una cosa terribile ma le vittime e le distruzioni di questi giorni (è bruciata anche una chiesa a Cinnisi ed è andato completamente distrutto il parco archeologico di Segesta )sono il frutto delle azioni criominali di chi guadagna con gli incendi e dell’assoluto pressappochismo di chi governa un’isola che alla lotta contro gli incendi dovrebbe essere abituata. Catania da due giorni senza acqua ed energia elettrica, e Palermo circondata dalle fiamme fino all’evacuazione di un ospedale, testimoniano di quanto ci sia da fare. Pianificare l’emergenza, informare i cittadini sulle azioni da compiere in caso di pericolo, comunicare correttamente i comportamentei da adottare man mano che le situazioni evolvono sono i principi per salvare vite umane. A Ceccano siamo pronti?