riceviamo e volentieri pubblichiamo
di Aurora Ramandi
Valorizzare la Ceccano medievale è sacrosanto, ma non mi aspettavo che nel piano fosse compreso un
ritorno al Medioevo. Sono ormai anni che a Ceccano alta siamo costretti a sopportare una turnazione notturna, perché è necessario razionare l’acqua. Ci ritroviamo coi rubinetti a secco dalle 20.30 di sera alle 6 di mattina, quando siamo fortunati. Situazione che procede a esasperare tutti i cittadini, i quali non possono usufruire dei servizi igienici in modo adeguato, che devono organizzare la propria vita attorno a questa turnazione assurda per lavare i piatti e curare l’igiene personale. Nessun investimento, nessun piano per cercare di ammodernare il serbatoio, convogliare l’acqua. Nessuna iniziativa per garantire questo bene di prima necessità ai cittadini.
Ma d’estate la situazione peggiora notevolmente: svariate volte ci ritroviamo senz’acqua durante il corso
della giornata, senza alcun avviso o comunicazione, senza sapere quando tornerà a scorrere nelle tubature. Pensate di vivere questo disservizio con temperature giornaliere di 40 gradi. Immaginate persone che tornano da lavoro la sera, costrette a lavarsi con le bacinelle riempite in previsione
della turnazione, perché l’acqua già manca. Obbligate a utilizzare lo stesso metodo la mattina dopo, perché l’acqua non è disponibile alle ore 6 come previsto. Immaginate donne che affrontano le proprie mestruazioni con taniche d’acqua e bacinelle, avendo difficoltà anche a scaricare il water. Pensate a persone con bisogni speciali, anziani, bambini e ragazzi accuditi da altri, malati. Le esigenze sono infinite e la situazione è sfuggita di mano, è un problema sanitario dal quale né il gestore Acea Ato 5 né l’Amministrazione comunale ci sta tutelando. Anzi, i canali istituzionali versano nel totale silenzio, dimostrando che le necessità dei cittadini sono ancora una volta ignorate. Per quanto ancora dovremo andare avanti così? Oppure è una strategia per attirare turisti?
“Visitate Ceccano per vivere un’autentica esperienza medievale!”

A corredo delle espressioni di Aurora Ramandi, mi piace ricordare che tutte le abitazioni interne alle mura avevano cisterne per la raccolta d’acqua piovana. Però, in effetti, non pagavano le bollette ad Acea.
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Visto che le parole non servono, né a scrivere né al telefono io direi di andare tutti al comune, quando il sig sindaco è disponibile a ricevere questi cittadini esasperati non se ne può più pagare solo bollette pure salate senza un servizio adeguato……….