Era forte il contrasto, lo si percepiva chiaramente: nel cortile del Santuario di Santa Maria, si ragionava con Riccardo Cristiano del TG1 che raccontava del rapimento in Siria di Padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita strappato alla sua comunità mentre tentava di liberare ostaggi nelle mani dell’ISIS. Ad accompagnare, nella serata extra del Festival Francesco Alviti, lui e i tanti intervenuti, che si ponevano domande sulla fede, le religioni, il dialogo fra le culture, c’erano le note dell’arciliuto di Andrea Micheli con musiche del 500 e del 600. Contemporaneamente, però, arrivavano gli assordanti rombi di motociclette di grossa cilindrata lanciate a gran velocità per la via Gaeta e gli stridii di pneumatici sgommanti in Piazzale Europa. I rumori venivano ampificati dall’effetto sonoro dato dal colle roccioso su cui sorge Ceccano. Due modi, diversi, molto diversi, di intendere l’estate e le sue serate e che giustificano ampiamente le proteste dei residenti stanchi di vedere le strade e le piazze di Ceccano ridotte a piste per l’esaltazione del machismo motoristico.

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