Una lettera del sindaco e del parroco della cattedrale di Ferentino spiegano le motivazioni di una decisione, molto dolorosa per una città attaccatissima al suo patrono: Il Governo, dal primo aprile, ha decretato la fine dello stato d’emergenza, ma questo, come ci è stato ripetuto più volte, non significa che il Covid sia finito… anzi, nelle ultime settimane, i casi nella nostra provincia stanno risalendo in maniera preoccupante, scrivono Antonio Pompeo e don Giuseppe Principali, Tutti vorremmo che si potessero svolgere le prossime feste di sant’Ambrogio come in precedenza, con una sentita novena, l’emozione dell’esposizione della statua, lo splendore della processione della Reliquia, il tripudio e il trionfo della processione con la statua, le passeggiate a Vascello, l’ebbrezza delle “carrozzelle”, il concerto in piazza Matteotti del primo maggio sera, la nostalgia del 2 maggio con la reposizione della statua e il congedo dal nostro Santo … Ma tutto questo ancora non può avvenire in sicurezza, perché corriamo il rischio di contagi che porterebbero disagio nelle famiglie, nelle scuole e nei posti di lavoro.

Per questo, come comunità civile e religiosa di Ferentino, chiediamo di vivere le prossime feste di sant’Ambrogio con la stessa devozione di sempre, partecipando ai riti religiosi con la massima attenzione, senza lo svolgimento delle due processioni che creerebbero assembramenti ingestibili e pericolosi per la salute di tutti, anche di coloro che “incollano” la macchina con la Statua.
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