Sono fulmini che si sviluppano ad alta quota, costituiscono una minoranza rispetto ai fulmini normali, potrebbero costituire un pericolo non solo a terra, ma anche per aerei che eventualmente volino nelle loro vicinanze (anche senza colpirli). Infatti, le particelle di alta energia (fotoni, elettroni, neutroni) generate dai lampi gamma possono essere una minaccia per l’elettronica di bordo degli aerei, con possibili conseguenze per la sicurezza del volo. E’ lo studio che Alessandra Tiberia, ex allieva del Liceo di Ceccano, ed ora ricercatrice al CNR, ha presentato nell’ultima sessione dell’American Geophysical Union (AGU) che ogni anno si svolge a San Francisco, nel mese di dicembre. Questi “fulmini” – ci ha detto Alessandra – si chiamano TGF, dalle iniziali di Terrestrial Gamma-ray Flash: lampi di raggi gamma che hanno origine non in qualche remota galassia bensì poco al di sopra delle nostre teste. Per la precisione, al di sopra delle nubi temporalesche, in associazione con i fulmini. Sono dunque fenomeni difficili da studiare al livello del suolo, ma alla portata di strumenti a bordo, per esempio, del satellite AGILE dell’agenzia spaziale italiana ASI, che orbitando a circa 400 km di altitudine offre un punto di vista ideale per osservarli dall’alto. Capire quanto questi fenomeni siano rari e che tipi di nubi possono generarli è di fondamentale importanza per la sicurezza aerea. Attualmente la dott.ssa Tiberia è membro del team AGILE dell’INAF e del del Gruppo di Lavoro nazionale per lo Studio dei Fenomeni di Alta Energia nell’Atmosfera presso l’Agenzia Spaziale Italiana che, in collaborazione con l’Istituto ISAC del CNR e l’ASI è ora impegnato in un programma di studio dei lampi gamma che propone misure da terra, da aerei e da satellite oltre che a studi meteorologici e climatici.

Potete trovare qui la descrizione del suo intervento a San Francisco
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