Quelle tombe, quelle pietre, quella valle, quegli ulivi, quante volte hanno visto Gesù percorrerle da una parte all’altra. Era una sua abitudine andare a pregare in un orto alle pendici del Monte degli Ulivi: qualcuna di quelle piante ha più di duemila anni, ha visto probabilmente Gesù con i suoi discepoli arrivare cantando i salmi del Grande Allel, la preghiera successiva alla Pasqua. Bastava superare il torrente Cedron per togliersi dal frastuono del tempio in quelle giornate convulse, prossime alla grande festa: un panorama mozzafiato oggi, ma anche al tempo di Gesù. Non c’erano le moschee sulla spianata ma si ergeva in tutta la sua magnificenza il tempio fatto costruire da Erode il grande, lo stesso Erode della strage degli innocenti. Sì questa città è così: la presenza di Dio è ovunque ma anche la presenza del male. Tante contraddizioni ce le ha spiegate il patriarca latino, mons. Pizzaballa nell’incontro…
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