Non spargerai false dicerie recita il libro del Deuteronomio in quello che chiamiamo il Decalogo di Mosè, i dieci comandamenti: ce ne sono tante, di balle, in questi giorni di paura. Una ha riguardato Ceccano, ieri sera, in merito ad un presunto ricovero per coronavirus. Anche noi l’avevamo saputo ma avevamo ritenuto di attendere la conferma che poi per fortuna non c’è stata, tampone negativo. La notizia però aveva già contagiato, è il caso di dire, centinaia di gruppi di whatsapp in cui si condivide di tutto, senza minimamente controllare. A proposito riportiamo le parole di una gruppo di lettori che ci scrivono: Nella giornata di ieri qualcuno ha diffuso notizie sul presunto stato di salute di una cittadina Ceccanese, senza riguardo per la sua dignità, per la riservatezza a cui ciascuno di noi ha diritto, se in stato di infermità. Additare, nazionalità, indirizzo e quant’altro, non ha prodotto che angoscia e preoccupazione ad una cittadinanza già provata per tutto ciò che sta accadendo e, soprattutto, dallo stillicidio di notizie fuori controllo.

In particolare gli anziani, le persone sole, quelle più fragili che hanno affrontato la notte con l’angoscia nel cuore.
Quel qualcuno non aveva titolo per farlo, quel qualcuno, non ha pensato alle conseguenze che notizie non verificate e allarmistiche, avrebbero potuto avere per quella donna, per i suoi vicini, per quanti, in un momento di solitudine forzata, avrebbero ricevuto il suo messaggio e avrebbero dovuto gestire l’angoscia che ne derivava.
Era necessario, senza alcun riscontro certo, allarmare tante persone, era preposta la persona che ha diffuso la notizia a farlo? E perché farlo? A che è servito? Forse per mezzo minuto di notorietà, non certo per rendersi utile o forse, ha creduto che la paura fosse un’onda da cavalcare.
Per fortuna c’è tanta gente diversa, solidale, corretta, certa che Ceccano sa lottare e ce la farà, così come tutta l’Italia.
Noi non incrociamo le dita, per una casuale botta di fortuna, noi lavoriamo, lottiamo, siamo affianco agli altri perché siamo convinti che uscirne da soli è avarizia uscirne tutti insieme è la politica dell’umanità.
Andrà tutto bene se nei momenti peggiori, come questo, non perdiamo di vista le cose importanti. Andrà tutto bene se quando avremo tutto questo alle spalle, non ci saremo fatti sopraffare dalla paura. Andrà tutto bene se anche nel pericolo abbiamo conservato il senso dell’unità, se avremo cercato con ogni mezzo di avere una parola amica per quelli che non abbiamo potuto aiutare in altro modo e con il dolore per quelli che non ce l’hanno fatta.
Allora soprattutto oggi: ponderiamo ogni azione, ogni parola, fidiamoci delle istituzioni, ringraziamo il personale Sanitario che sta lottando e sfruttiamo questo momento per crescere come persone e cittadini.
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