Il Regno Unito è ormai ufficialmente in una situazione di anarchia. Il governo ha perso il controllo: in teoria, le agenzie incaricate del rispetto delle leggi che controllano i rapporti con stati e cittadini esteri si trovano in un vuoto legislativo, non sanno cioè quali regole applicare. In pratica, la Ue accetta che per un po’ le sue regole possano venir applicate alle relazioni con il Regno Unito. Fino a quando, però, non è ancora stabilito.

La situazione non si può più nemmeno definire comica. Abbiamo un ministro per la Brexit, membro del governo, che, dopo aver parlato nella camera dei Comuni a favore della proposta del governo, invitando i deputati a votare a favore, vota egli stesso contro la proposta. E non pensa nemmeno di dimettersi, né il primo ministro, ormai completamente priva di potere reale, pensa di licenziarlo. Il parlamento continua a votare contro il governo; a sua volta il governo continua a ignorare questi voti. Già due volte il parlamento ha votato per escludere il “no deal”, e Theresa May dichiara che “no deal” rimane lo status quo.
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