Nel pomeriggio di ieri un gruppo di privati cittadini ha scoperto, filmato e diffuso le immagini di uno dei tanti scarichi torrentizi nel fiume Sacco, stavolta nel comune di Ferentino. Al di là dell’effetto mediatico immediato, dopo la comparsa ripetuta della schiuma da tensioattivi nel fiume Sacco, in particolare a Ceccano, dove il corso fluviale attraversa la città, l’accaduto merita alcune domande: possibile che le autorità politiche ed amministrative di questo territorio non abbiano la possibilità di coordinarsi fra loro per studiare seriamente e stroncare finalmente il fenomeno? c’è un collegamento fra le forze di polizia (carabinieri, polizia di stato, polizia provinciale, polizie municipali) nel controllo degli scarichi nel fiume Sacco presenti a Valmontone, Colleferro, Anagni, Sgurgola, Morolo, Ferentino, Frosinone, Patrica? c’è un’autorità di bacino chiamata a controllare la regolarità di quanto avviene lungo le rive del fiume e dei suoi affluenti, in particolare il Cosa? c’è un controllo degli scarichi da parte dei mezzi cosiddetti autospurgo (quanto caricano dalle fosse biologiche e quanto scaricano e dove…) e soprattutto c’è chi li sottopone ad un controllo rigoroso? c’è una competenza specifica in coloro che devono effettuare tali controlli e ci sono gli strumenti necessari? C’è nella procura di Frosinone e negli organismi di polizia una sezione apposita per i reati ambientali in un territorio classificato fra i più inquinati d’Italia? Se non si risponde a queste ed altre domande purtroppo non sarà possibile neppure affrontare la questione in un modo serio e competente. A meno che non si voglia adottare il metodo dei forconi…
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