di Milena Castigli per In Terris
La scuola è ricominciata con il suo carico di aspettative, speranze, nuove scoperte e … qualche fatica. La matematica da sempre rappresenta l’incubo o quanto meno lo scoglio maggiore per migliaia di studenti, piccoli e grandi. Nonostante sia materia basilare per ogni tipo di studio, non solo scientifico, la máthema (questo l’etimo greco traducibile con “scienza”, “conoscenza” o “apprendimento”) viene spesso bollata come “fredda” e poco pratica: “A cosa mi serve sapere queste cose?”, pensano tanti ragazzi dinanzi a formule apparentemente senza significato.
In effetti, alcuni insegnanti lamentano l’esistenza, nel programma scolastico, di un gap tra “conoscenza matematica” – formule, calcoli etc. – e “competenza matematica”, vale a dire la capacità di interpretare e leggere il mondo con gli strumenti che questa scienza ci offre. In effetti, a saperla interpretare, la vita quotidiana è piena di leggi matematiche, più o meno complesse, e queste regole hanno infinite ricadute sulle scelte individuali e sociali.
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