Costò qualcosa come 55 mila euro: da anni la statua al pendolare dello scultore iraniano Reza Olia è nel più totale nascondimento. Chi arriva alla stazione ferroviaria di Ceccano e avesse la fortuna di notarla, è una bella statua, dovrebbe far ricorso a tutte le sue capacità intuitive per capire che si tratta di un momento al pendolare. Infatti nel 2005, anno di inaugurazione della statua, il concetto di pendolare era probabilmente molto cambiato rispetto alle migliaia di ceccanesi che, nei decenni precedenti, avevano trascorso gran parte della loro vita sui treni di III classe. Il pendolare immortalato per 55 mila euro ha tanto di giacca, che era tipica dell’abbigliamento dei lavoratori dell’edilizia che prendevano il treno delle 4 e tornavano a casa a notte fonda.
Non c’è un cartello esplicativo, un’indicazione, neppure una piccola targhetta che dica chi rappresenti quella statua, che illustri il fenomeno del pendolarismo lavorativo e di quello studentesco. Il viaggiatore potrebbe immaginare che sia il ritratto di uno dei sindaci di Ceccano. O no?
Un cartello esplicativo per una scultura insignificante? Una scultura di cui i pendolari di Ceccano potevano farne volentieri a meno e che rimuovendola non ne sentirebbero la mancanza. Ridiamola allo scultore anche a metà prezzo.