Il terzo numero di C’è bisogno di Parola per alessioporcu.it
Come stai?
Bene, tutto bene!
E’ la risposta che diamo comunemente anche se qualcosa ci tormenta, qualcosa ci fa sentire strani, insoddisfatti. Non ci piace che ci considerino malati, non vogliamo quegli sguardi pieni di compassione la cui natura non ti è chiara.
E invece sappiamo benissimo di non star bene, che ci manca qualcosa, che avremmo voluto far meglio quel lavoro, o trattare meglio la persona che amiamo, o non aver litigato sul lavoro, aver avuto più cura dei figli, non aver maltrattato i genitori… Sono le nostre “malattie” che non vogliamo ammettere, le nostre alienazioni, il nostro non essere più umani, il farci travolgere dagli interessi, dalle piccolezze, il non saper guardare in alto per migliorarci. Sono costoro, tutti quanti noi dunque, cui la Parola promette un guaritore, un paraclito, un avvocato, uno che possiamo chiamare in ogni momento della nostra vita ed averlo al nostro fianco, qualunque cosa abbiamo combinato.
Nei Promessi Sposi, dopo aver descritto il tragico declinare di Gertrude, la monaca di Monza, dalla sua libertà alla schiavitù della vita claustrale forzata, Manzoni cita una grande virtù della spiritualità cristiana:
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