di Marco Tarquinio
Donald J. Trump sa che cosa vuole e chi non vuole sulla sua strada. Vuole un mondo che nessuno si azzardi a pensare come «casa comune» da difendere, da usare e da continuare a costruire insieme: il grido di battaglia è «ognun per sé», Stati e persone. Non vuole nel suo Paese, costruito dai migranti di tutto il mondo, tutta una serie di persone che considera indesiderabili o, come ha proclamato ieri, «pericolose»: dai rifugiati, lavoratori e persino turisti di religione islamica sunnita e sciita ai migranti latino americani prevalentemente di religione cristiano cattolica (nel primo caso la discriminazione religiosa è esplicita, nel secondo è implicita e si mescola ad altri elementi ugualmente preoccupanti).
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