Serena Valenti è andata ad Amatrice tra i primi, con la Protezione Civile di Ceccano. Ecco il suo racconto pubblicato su FB
Non sono un eroe e non voglio diventarlo. Ho solo fatto il mio dovere…sono stata formata per questo…corsi…esercitazioni…faticoso interessante ed anche divertente “giocare all’emergenza”. Poi ti svegli una notte con il letto che trema e il lampadario che dondola…ci siamo…penso che nn verremo arrivati subito anche se siamo relativamente vicino alla zona del sisma…ma arriva la convocazione…si parte! Zaino pronto…gruppo elettrogeno..torre faro…altre attrezzature pronte. Partiamo con due mezzi…una squadra…Si cerca di spezzare l’ansia per quella nuova missione…questa volta nn è una esercitazione! Un giro lunghissimo per arrivare…i messaggi si susseguono sulle frequenze regionali….siamo destinati ad Amatrice.
Per strada mezzi per scavare su camion troppo grandi per muoversi agevolmente tra quei tornanti. Il panorama è una meraviglia…circondato dai boschi…in fondo alla Valle un laghetto… forse Campotosto…poi Cardito…inizia la discesa verso Amatrice e aumenta il traffico dei mezzi di soccorso. La periferia è disastrata…case aperte che mostrano scene di vita privata…letti sfatti in bilico su travi piegate…mobili rovesciati…panni stesi….un disastro….la caserma sgretolata …il convento con segni evidenti del disastro….paese fantasma…un paio di persone che si guardano intorno smarrite….in pigiama….tutt’intorno attività febbrile…elicotteri che atterrano e ripartono….ambulanze….soccorritori…cerchiamo il nostro referente e ci da le prime indicazioni…forza!…iniziamo a prepararci per montare il campo….è il nostro incarico. Allestire il campo…un riparo per chi nn ha più nulla.
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