Tesla è il suo nome, poco più di 30 mila euro, berlina di classe alta, tutta elettrico, niente ibrido. Ecco l’analisi di lavoce.info a cura di Mauro Alberti e Antonio Sileo
Di auto elettriche si parla molto. E ancor più si parla di Tesla Motors e del suo geniale fondatore Elon Musk: il successo dell’azienda di Palo Alto è stato addirittura etichettato come un cigno nero per l’industria del petrolio, ovvero un evento inaspettato dagli effetti (negativi) significativi.
Il successo di Tesla è ora corroborato dalle centinaia di migliaia di prenotazioni per la Model 3, una berlina di classe medio-superiore che promette numeri da mercato di massa. A cominciare dal prezzo di 35mila dollari negli Usa, dove sono in palio anche 7.500 dollari di incentivo per le prime 200mila auto elettriche vendute da ogni nuovo costruttore.
In molti hanno celebrato l’avvento dell’auto elettrica di massa. Ma l’annuncio di Musk di anticipare di due anni l’obiettivo – prima previsto per il 2020 – di 500mila unità annue prodotte (quasi dieci volte quelle del 2015) lascia perplessi; anche perché non mancano i dubbi sulla redditività di Tesla e sulla sua capacità di super-incrementare i volumi produttivi.
I risultati ottenuti finora da Tesla meritano senz’altro un plauso, a cominciare dalla sopravvivenza stessa dell’azienda (e, forse, dall’invenzione di un nuovo segmento di mercato); ma l’obiettivo del 2018 pare miracoloso: la nuova auto non arriverà su strada prima di fine 2017.
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