di Luigi Alici
“Comprendo coloro che preferiscono una pastorale più rigida che non dia luogo ad alcuna confusione. Ma credo sinceramente che Gesù vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità” (AL, 308).
A mio giudizio, è questa un’affermazione centrale della recente Esortazione “Amoris Laetitia”, sull’amore nela famiglia, con la quale Francesco assume e rilancia i due Sinodi sulla famiglia. Al di là del tono dimesso, si tratta di una dichiarazione solenne e autorevole – che per molti versi deve mettere i brividi a ogni vero credente – con la quale il papa manifesta il senso più alto del mandato, che ritiene di avere ricevuto come Vicario di Cristo sulla terra, in questo particolare frangente storico. Ogni altro aspetto specifico di questo testo secondo me dovrebbe essere letto alla luce di questa frase, che comporta un’autentica “rivoluzione copernicana” nella postura della Chiesa rispetto alla storia. Prima di riprendere e approfondire, in un prossimo post, alcune delle tesi portanti di “Amoris Laetitia”, vorrei ora provare a offrire una chiave di lettura del documento attraverso un esempio.
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