di Pierangelo Soldavini
Nella Bella addormentata nel bosco la principessa alla fine cade nel tranello che realizza la maledizione lanciata dalla fata cattiva: a quindici anni si punge il dito con un fuso e muore. Nonostante il re avesse proibito gli arcolai in tutto il regno. La fiaba avrebbe potuto seguire un percorso diverso se il padre avesse istruito la figlia a usare in maniera corretta gli arcolai, in modo da non pungersi. Silvano Tagliagambe ricorre a questa metafora per spiegare l’approccio che il sistema scolastico dovrebbe avere oggi di fronte alle tecnologie: “E’ innegabile che possano avere controindicazioni e rischi – afferma il filosofo della scienza ed esperto di modelli didattici -: non c’è dubbio che la velocità insita nel multitasking digitale possa diminuire la capacità di concentrazione e la memoria, ma questo non significa che la soluzione sia escluderle dalla scuola: al contrario bisogna riequilibrarne gli utilizzi in modo da favorire un uso consapevole e utile sia in classe che all’esterno”.
Il tema dell’introduzione del digitale a scuola è uno di quelli che ancora oggi divide e crea polemiche. Non ci sono evidenze scientifiche certe sull’effetto delle tecnologie sull’apprendimento, mentre l’esperienza quotidiana di utilizzo da parte dei giovani (ma non solo) di smartphone e tablet va nella direzione di uno sfruttamento superficiale e parziale delle enormi potenzialità degli strumenti che hanno in mano.
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