di Matteo Truffelli, presidente dell’Azione Cattolica Italiana
È davvero con il cuore che auguro a tutta l’Azione Cattolica, a ciascuna e ciascuno, un felice Natale. E un 2016 che possa essere un anno buono. Una “buona annata”, come direbbe un vignaiolo contento dopo la vendemmia. Un anno che ci auguriamo possa essere veramente vissuto da tutti come Anno della Misericordia: un anno della tenerezza, dell’accoglienza, della riconciliazione, della solidarietà. Un anno, come ci ricorda papa Francesco, fatto non «per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale».
In questo tempo delicato e complesso per la vita del nostro Paese, per l’Europa, per il mondo sferzato dai venti tragici della «terza guerra mondiale a pezzi», le tante occasioni d’incontro che la vita associativa dona a ognuno di noi aiutano a tenere insieme i grandi scenari con le speranze e le preoccupazioni della quotidianità.
Per questo sappiamo che il tempo in cui viviamo chiede innanzitutto consapevolezza e responsabilità. Ogni speranza di un futuro pacifico, ogni possibilità di rendere meno disumano e ingiusto il destino delle popolazioni perseguitate dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia, ogni gesto e ogni politica di accoglienza nei confronti di coloro che lasciano la propria casa per cercare una vita più degna, ogni azione volta alla salvaguardia del creato, ogni mano tesa ai poveri non può che scaturire dalla coscienza di ciascuno di noi, dalla nostra capacità morale e civile di anteporre il bene comune al bene individuale.
Non vogliamo nasconderci che le secche da cui l’Italia fatica tuttora a uscire impongono ancora troppi sacrifici ai più deboli, alle famiglie, ai giovani, a quanti cercano un lavoro o l’hanno perduto, ai tanti anziani che affrontano da soli gli ultimi anni della vita. Grandi sacrifici si sono accumulati sulle spalle di intere generazioni, alimentati da una «economia che uccide», dalla cattiva politica, dalla corsa affannosa di troppi a perseguire gli interessi di pochi a scapito di molti. Questo non è però tempo di recriminazioni, è tempo di speranza. Vogliamo essere segno concreto di questa speranza, facendo della nostra associazione una forza viva dentro il tessuto del Paese, stando dentro di esso con lo stile di chi unisce e non divide, di chi cerca ostinatamente un progetto comune e non un progetto di parte, di chi sa fare unità, perché è capace innanzitutto di farla nella propria vita. Solo così potremo aiutare il Paese a ritrovare quella forza morale e quella coesione sociale di cui ha bisogno per tornare a crescere.
Nell’augurarci ancora buon Natale e buon 2016, penso con gratitudine che ciascuno saprà aprire il proprio cuore e la propria storia all’oggi che arriva, al qui e ora, mettendo generosamente in gioco tutti i nostri talenti. L’arrivo tra di noi del Bambino Gesù, che come ci ricorda papa Francesco è «il segno dato da Dio a chi attendeva la salvezza, segno della tenerezza di Dio e della sua presenza nel mondo», ci consegni il senso autentico della letizia, che nasce dall’amare, dall’accogliere e dall’accudire con Lui tutti coloro dei quali ogni giorno incrociamo la strada.
Matteo Truffelli
Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana
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