di Alessandro D’Avenia
L’italiano, lingua che nel Convivio Dante affiancava ai suoi genitori come materia prima per la forgiatura della sua identità, ha la possibilità di indicare i regali come faceva mia nonna: presenti. Più che mai lo sono, presenti, quando si tratta di libri: ci obbligano – ben selezionati – all’attenzione che, diceva Agostino, è “la presenza del presente” in noi, la capacità di accogliere la realtà resa trasparente da parole ben scelte, perché chi è attento attende – la radice è la stessa – e quindi riceve niente poco di meno che “il presente”.
Ecco allora i miei presenti letterari: la nuova edizione in sei volumi dell’Odissea, che la Mondadori ha deciso di travasare dalla prestigiosa edizione Lorenzo Valla nella collana economica di Classici Greci e Latini (12 euro a volume). L’edizione su cui ogni studioso dell’Odissea si è confrontato, ha come testo a fronte l’ottima traduzione di Privitera e il commento di un gruppo di omeristi di vaglia (Heubeck, West, Hoekstra per citarne alcuni). Alla prima apparizione di Odisseo nel poema, nel libro V, il commento ci svela quanto l’Odissea sia un “presente”: «Il poeta ci mostra O. nel momento meno fortunato, prigioniero, impotente e scoraggiato. Egli lo riduce ancora più in basso, nella condizione di naufrago solo e nudo».
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