di Camillo Ripamonti
Settecento i bambini morti da inizio anno. Una nuova «strage degli innocenti» si consuma ormai da mesi davanti a un’Unione Europea indifferente e sorda al grido di un’umanità che cerca giustizia. Quest’Europa chiusa in se stessa, sempre più ripiegata sui propri confini e sulle proprie paure sta rinunciando alla vocazione di baluardo di civiltà e democrazia. Controlli, divieti, muri, hotspot, respingimenti alle frontiere… non può essere questa la soluzione al complesso fenomeno delle migrazioni. È assurdo pensare di poter fermare chi si mette in cammino in cerca di salvezza. Bisogna agire, programmare e regolare per accogliere e integrare in maniera costruttiva ed efficace. Ostinarsi a discriminare e “classificare” con una pervicace mancanza di visione rischia di diventare la nostra condanna.
L’ultima strage di bimbi è avvenuta pressoché simultaneamente all’apertura del Giubileo della Misericordia. Si tratta di un tragico ossimoro. Le istituzioni, la società civile aprano gli occhi: non c’è Giubileo finché c’è ingiustizia. Non c’è misericordia finché restiamo indifferenti davanti al dolore di chi non può che fuggire.
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