di Pietro Blu Giandonato
Negli ultimi mesi, a cominciare dai 500 euro annui della carta del docente, passando per il Piano Nazionale Scuola Digitale con tutti i suoi nodi da sciogliere, gli interventi finanziati con il nuovo PON 2014-2020, fino ad arrivare alla figura dell’animatore digitale, il Governo ha varato una serie di provvedimenti e iniziative che potenzialmente potrebbero dare un notevole impulso all’innovazione nelle scuole italiane, non solo tecnologica ma anche e soprattutto didattica.
Potrebbero. Uso il condizionale perché finora, frequentando i nutriti gruppi Facebook dei quali faccio parte di insegnanti 2.0, docenti virtuali, e animatori digitali -senza escludere i Digital Champions– ho maturato la convinzione che c’è ancora una eccessiva entropia, che rischia di creare non poca confusione e vanificare interventi che hanno invece la assoluta necessità di essere resi sinergici tra loro.
Il problema è che attualmente non sembra chiaro chi debba occuparsi di rivestire il delicatissimo ruolo strategico di coordinamento di tutte queste azioni nelle singole scuole. I Dirigenti scolastici da un lato spesso non possiedono le competenze tecniche per poterlo esercitare in maniera efficace, dall’altro non hanno il tempo materiale, dovendosi occupare di gestire un sistema complesso come le scuole.
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