di Chiara Santomiero
“Papa Francesco ha scelto di parlare in modo da essere capito. Senza bisogno di ermeneuti”. Nella sede storica dell’Azione cattolica italiana, a Roma, rimbalzano le parole più usate da Bergoglio – poveri, misericordia, pastori, popolo – “catturate” dai volumetti della collana “Le parole di Francesco” curata dall’editrice Ave e padre Antonio Spadaro,direttore de La Civiltà Cattolica, analizza il linguaggio “materico” del pontefice che usa le parole in modo creativo e così la corruzione “spuzza” oppure l’azione deve essere fatta “misericordiando”. “Quando sente che un discorso non è adeguato al contesto in cui parla – sottolinea Spadaro – il papa improvvisa, anche a costo di sbagliare”. C’è una volontà comunicativa che risponde alla storia e un linguaggio che “porta le scorie del vissuto, come una pianta che viene via con la terra attaccata alle radici”. In questo modo il pontefice “cerca una relazione diretta” e il suo messaggio “si offre alla comprensione di tutti”. Infatti, afferma il direttore della storica rivista dei gesuiti che accetta di continuare il dialogo con Aleteia dopo la tavola rotonda con il presidente dell’Azione cattolica, Matteo Truffelli, e il presidente di Caritas Internationalis, cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, “la gente lo capisce e molti interpreti no”.
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