di Gianluca Ferrara
In questi giorni giornali, Tv e radio ci hanno inondato di notizie.Uno tsunami d’informazioni sui luoghi dell’attentato, sulle armi usate dai terroristi, sulle dichiarazioni dei politici e sulle povere esistenze spente quella notte. Un’immensa onda di immagini e parole che ha commosso ma anche suscitato rabbia. Tuttavia, da questo oceano di notizie che poco alla volta si va ritirando, non resta nemmeno una goccia di consapevolezza sul perché degli attentati.
Nessuna seria riflessione è iniziata per tentare di capire le vere ragioni che hanno spinto dei ragazzi poco più che ventenni ad imbestialirsi in tal modo da giungere a trucidare dei coetanei e farsi esplodere. Le trasmissioni Tv di questi giorni, con fastidioso paternalismo, hanno trattato i telespettatori come bambini che non devono sapere tutto, soprattutto, non devono interrogarsi su cosa davvero sia accaduto. Nessuna riflessione in grado di sforzarsi a capire le ragioni dell’altro fu fatta nemmeno sul video postumo di Coulibaly, uno degli autori del primo attacco a Parigi: “Non potete attaccare e non aspettarvi rappresaglie giocando a fare le vittime (…) bombardate e uccidete dei civili e dei combattenti, perché? Siete voi che decidete cosa succede sulla Terra. No, non possiamo lasciarvelo fare ”.
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