Daniele Bucciarelli ci racconta simpaticamente e con una certa verve la storia di un pezzo della sua famiglia
Il signore in piedi al centro è mio nonno, Jim Chu Lim (sì, fa’ ride tipo “Cin Ciun Lao”, lo so). L’altro signore, seduto con moglie e 6 milioni di figli al seguito è suo fratello, che di cognome faceva Gong. Di nome non mi ricordo mica… forse Evaristo, Evaristo Gong. Nonno Jim e zio Evaristo quando ancora si trovavano presso mamma Cina come è giusto che sia c’avevano il cognome uguale, Leong. Mo la domanda sorge spontanea: “Ma perché si chisti s’ so’ frati tenn’ du cognomi diversi? A do’ sta Levantini, che lui che di sicuro lo sa?” All’epoca, non ricordo bene quando di preciso, l’ufficio immigrazione di San Francisco andò a fuoco e con lui tutte le documentazioni inerenti ai migranti presenti in America che passavano di lì. Per i cinesi fu festa grande. Per entrare negli Stati Uniti bastava dichiarare di essere figlio di qualche altro cinese già residente: -“Sti cazzi! Che ci vo’? Tanto ai visi pallidi già gli sembriamo tutti uguali. Vemm’ a dicia ca nn sì figli a chist’!” (Un po’ all’italiana insomma. Che alla fine quello cinese è il popolo che per modi di fare e di ragionare ci assomiglia di più tra tutti gli altri popoli. Tenetelo a mente quando li infamate, voi che non siete usciti mai dalla provincia e che quindi non avete un metro di paragone. Chessò, fatevi un giro a Prossedi.) E così fu.
Zio dichiarò di essere figlio di un certo Gong -“Prego! Si accomodi!” e nonno di un certo Lim -“Prego! Benvenuto in America!” ed ecco svelato il mistero dei due cognomi. Quindi quella che si vede assieme a mio nonno è la famiglia Gong. Un cognomaccio perché a sti pori uttri alla scola li pigliavano per culo per tutto il tempo che ci facevano il verso del gong che suonava. Un bel giorno la signora in foto, che suppongo si chiamasse Felicetta, stanca di vedere i figli tornare a casa da scuola tristi perché li avevano pigliati per culo tutto il dì disse: “Vabbè, faciamo ‘na còsa, iamo tutti all’anagrafe ca ci iamo a cagna’ st’ cazz’ d’ cognome, ca manco a mì m’hai mai piaciut’.” E gnient’, la signora come nuovo cognome scelse Mock. Un bel cognome Mock. Suono secco e cinesizzante, in più “to mock” in inglese vuol di’ “prendere in giro”. Perciò sti pori uttri dall’essere presi in giro passarono al prendere in giro. Quindi i tizi in foto con mio nonno Jim Chu Lim sono Evaristo e Felicetta Mock e figli, e questa è la loro storia.
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