Dopo una stagione difficile il Ceccano blinda la permanenza in Promozione. Arriva un momento nella vita di ogni tifoso in cui deve scegliere tra la convenienza e la fedeltà. La via più facile porta alle grandi categorie, ai palcoscenici importanti, ai mercenari con i parastinchi, laddove si diventa solo un numero presente fino a che il vento non cambi in peggio. Poi c’è l’altra opzione, quella che porta un gruppo di amici sulle tribune di uno stadio in rovina, per sostenere una squadra costruita correndo contro il tempo sul finire della scorsa estate.
Gli Inferno Fabraterno, frangia più giovane del tifo ultras ceccanese (e attualmente unica in attività), hanno sostenuto gli uomini di mister Carlini combattendo fianco a fianco nel corso di una stagione che in molti hanno provato a sabotare. Il gruppo di fedelissimi ha trascinato la squadra autofinanziandosi completamente, colorando lo stadio con le coreografie, ricorrendo talvolta a mezzi di fortuna per seguire i suoi beniamini lontano da casa, e proseguendo la sua attività nonostante la situazione classifica si facesse sempre più ostica; partita dopo partita si è assistito a una storia che trascende il calcio stesso: è stata una crescita continua, un imparare a conoscersi e stimarsi tra i giocatori e la tifoseria, un amore sempre più grande che ha portato la formazione di mister Loreto Carlini a dare il meglio di sé, remando contro tutto e tutti in una corrente di diffidenza generale, per inseguire la salvezza ottenuta all’ultimo respiro. L’epilogo ha visto la compagine rossoblù correre verso il settore occupato dai suoi supporters, celebrata dagli inni che l’hanno motivata a difendere sul campo un ideale, lo stesso che la lega indissolubilmente ai suoi ultras, e che sta alla base di una mentalità calcistica antica e gloriosa, viva ormai solo nei cuori di gente come gli Inferno Fabraterno e i giocatori dell’A.S. Ceccano.
Perché per tutti loro conta solo una cosa: conta solo la Maglia.
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