
foto di Paride Claroni
I tre ospedali di Ceccano fanno girare la testa anche alla Asl di Frosinone: Denise Compagnoni su il Messaggero di oggi, con una intervista al dott. Ferrauti, direttore dei servizi psichiatrici, ci dà la notizia che le REMS (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) a Ceccano saranno due, per complessivi 40 uomini, andranno soltanto provvisoriamente al S. Maria della Pietà, ma saranno poi realizzate nel rudere di via Morolense. Soltanto qualche ora prima, la manager della Asl aveva affermato esattamente il contrario, parlando esplicitamente del S. Maria della Pietà. Inoltre non si comprende
esattamente cosa siano codesti “pazienti”: alla domanda precisa della collega Compagnoni (i pazienti sono detenuti?), la risposta è stata: no, sono pazienti, persone che devono effettuare un percorso di cura prima di essere reintegrati nella società. Ceccano è stata scelta per la sua lunga tradizione di accoglienza psichiatrica. Se capiamo bene, ma davvero ci sarebbe bisogno almeno di un comunicato stampa ufficiale che non usi espressioni come le REMS sono una via di mezzo, ci troveremmo di fronte a persone non più detenute ma con una sorta di trattamento sanitario obbligatorio, quindi non libere di poter uscire dalla struttura sanitaria dedicata. Quindi, secondo l’intervista al Messaggero, dal 31 marzo i 40 pazienti andranno al S. Maria della Pietà; nella stessa data verranno avviati i lavori di progettazione per la ristrutturazione del rudere di via Morolense, 18 mesi per realizzare la nuova struttura. Ci dite se ha ragione la manager o il dott. Ferrauti?
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