Il Corsera del 10 gennaio ha pubblicato una lunga conversazione di Gian Antonio Stella con Ermanno Olmi che gli racconta il matrimonio con Loredana, celebrato da Nazareno Fabretti; e l’amore di lei che ora l’assiste nella malattia: “E’ stata una straordinaria fortuna”. Ho cavato dalle due pagine le parole più utili:
“La morte non è la fine perché il destino dell’uomo è nell’eternità. Andai a trovare Tonino Guerra a Sant’Arcangelo di Romagna quando stava davvero molto male. C’era stata una grande nevicata. Pareva quella di Amarcord. A un certo momento dice: ‘Non hai idea di quante storie bellissime mi ha raccontato Andrej Tarkovskij! Quando torni la prossima volta te le racconto’. Dopo tre ore era morto. Cosa voglio dire? Non c’è istante di vita che non abbia un significato. Figurati l’ultimo degli istanti! È la summa di tutta la tua vita. Un istante. Un battito di palpebre. E c’è dentro tutta la tua vita. L’uomo è immagine di Dio e anche Dio è immagine dell’uomo. Che ha una capacità smisurata di essere l’infinito. La velocità della luce? Ma è la velocità del pensiero il grande dono di Dio! Basta che tu ti immagini di essere ai confini del cosmo e ci sei. Se non è questa l’immagine di Dio! Siamo stati troppo distratti da piccole questioni che alla fine non hanno importanza. L’importante è riconoscere gli errori. E capire che quella cosa poteva andare diversamente, se non fossimo stati distratti. Una delle frasi che dice Tolstoj quando ormai è alla fine è ‘Io amo tutti. Tutti amo’. Sì. È così. Sono sereno. Cosa vuol dire ‘prendere una cotta’? Non c’è niente di razionale, in una cotta. È un sentimento dirompente. Senza tregua. Ecco, io vivo questo momento così. Mi sento bene. Bene. Anche se sono stato aggredito da questo male in maniera subdola. Nei primi momenti ho anche reagito: ma perché, porca miseria? Poi, in ogni situazione c’è qualcosa che val la pena di vivere. Hai presente il San Sebastiano di Antonello da Messina con tutte le frecce infilzate nel corpo? Ecco. Ogni momento una puntura. Una pastiglia. Eppure vale la pena. Avverti che tutto questo non è somministrarti una medicina ma mostrarti un atto d’amore. Tutto dipende da noi, dal mistero che contiene ogni cosa. Adesso perderò i capelli. Poi torneranno, spero. Ma, come dicevo, non ho rifiuto di niente”.
Un abbraccio riconoscente a Ermanno Olmi e a Gian Antonio Stella che hanno conversato di ciò che conta.
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