Dal punto di vista giuridico la sentenza è corretta, dal punto di vista umano è un dramma terribile.Tommaso, nato nel 2011 in Ucraina da una madre surrogata, dopo aver vissuto per tre anni con la coppia che l’aveva “commissionato”, adesso in base alla legge italiana è figlio di nessuno e per questo deve essere dato in adozione. A deciderlo è stata laCorte di Cassazione che ha confermato le sentenze del tribunale minorile di primo e secondo grado di Brescia.
La solita storia: dietro al presunto “diritto alla genitorialità” degli adulti, esaltato e magnificato come nuova frontiera della civiltà e dell’autorealizzazione personale, c’è sempre la dignità violata e la serenità calpestata di un minore. Che non ha colpe ma deve soffrire. E del quale, al mainstream dominante, non sembra importare quasi nulla.
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